Il 24 agosto 2011 la Commissione Europea autorizzava con procedura centralizzata la vendita in Italia di linagliptin, ovvero un farmaco inibitore del DPP-4 utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2. Capostipite dei farmaci dell’Alleanza tra Boehringer Ingelheim e Eli Lilly and Company in area diabetologica, linagliptin è il primo inibitore del DPP-4 ad essere approvato con dosaggio unico per il trattamento del diabete di tipo 2 negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
Esistono altri inibitori, ovviamente, ma, a differenza degli altri, linagliptin viene escreto prevalentemente per via biliare ed intestinale e solo in minima parte per via renale (<5%); inoltre non richiede alcun aggiustamento posologico. Come se non bastasse, alcuni recenti studi hanno messo in luce la capacità di linagliptin nel ridurre l’albuminuria e questo accade quando viene somministrato in aggiunta ai trattamenti standard raccomandati nei pazienti con diabete di tipo 2 e problemi di funzionalità renale 7.
Inoltre linagliptin sembra essere ben tollerato anche dagli anziani, addirittura fino agli 80 anni, non producendo alcuna variazione significativa del peso corporeo e non associandosi ad un aumento del rischio cardiovascolare. In questi giorni le due aziende hanno annunciato che il farmaco ha ottenuto, da parte Aifa, la Determina sul regime di rimborsabilità e prezzo di vendita, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 273 del 21 novembre 2013.
Tale Determina dichiara che il farmaco è utilizzabile per migliorare il controllo della glicemia da parte dei pazienti adulti. «Migliorare il controllo glicemico nelle fasi iniziali del diabete di tipo 2 è importante, soprattutto negli adulti che, alla diagnosi iniziale, hanno mostrato valori glicemici piuttosto elevati» ha dichiarato il Professor Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim. «Il calo significativo di HbA1c osservato sia con linagliptin in monoterapia, che con l’associazione iniziale con metformina mette in evidenza la rilevanza di queste opzioni terapeutiche per chi soffre di diabete di tipo 2».
Ma la Determina sottolinea come debbano essere rispettate alcune indicazioni. Linagliptin, infatti, è da utilizzare come monoterapia nei pazienti che non sono adeguatamente controllati con la dieta e l’esercizio fisico e per i quali la metformina o è controindicata in presenza di insufficienza renale o non è appropriata, magari per una questione di intolleranza. Altrimenti può essere utilizzato come terapia di associazione con metformina e con metformina e una sulfanilurea, quando dieta ed esercizio fisico, insieme a un regime con i suddetti farmaci, non forniscono un adeguato controllo della glicemia.
«Il fatto che da oggi sia disponibile anche per i pazienti italiani questa nuova opzione terapeutica è importante» afferma Carlo Giorda, Direttore Malattie Metaboliche e Diabetologia ASL Torino 5 «soprattutto se consideriamo che in Italia, secondo gli ultimi dati degli Annali di AMD, la percentuale dei pazienti con diabete al di sopra dei 65 anni supera il 60 % della popolazione diabetica, che si traduce, in termini assoluti, in circa 1.800.000 persone». E conclude: «Per questa popolazione di pazienti è sempre più necessario avere un approccio terapeutico a 360°, che consenta di raggiungere un buon controllo glicemico in sicurezza, considerando le frequenti patologie concomitanti e le diverse complicanze del diabete stesso, quali l’insufficienza renale».