Recordati, business in salute: gli affari crescono a doppia cifra

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Giovanni RecordatiIl gruppo farmaceutico di Milano aumenta fatturato e utile netto. La strategia è di concentrarsi sul Nordafrica e sull’area del Medio Oriente.

Godono di buona salute gli affari del gruppo farmaceutico Recordati nel 2013. Ieri il consiglio di amministrazione ha esaminato i risultati preliminari di bilancio, in aumento rispetto al 2012. L’esercizio si chiude con un incremento dei ricavi del 13,7%, per un totale di 941,6 milioni di euro. L’ebitda (l’utile operativo al lordo degli ammortamenti) si attesta a  230 milioni di euro con +20% sul 2012; l’utile operativo segna un +17%, portandosi a quota 195,4 milioni; l’utile netto, infine, è di 133,7 milioni (+12,8%). Cresce anche il patrimonio, arrivando a 701,8 milioni di euro, mentre il debito netto si ferma a 261 milioni. I conti in positivo hanno dato gas al titolo in Piazza Affari (quest’anno ricorre il trentennale della quotazione in Borsa), che ieri ha chiuso a 11,77 euro, con un incremento dell’1,55%, e oggi a 12,21 euro (+3,74%).

«Per il 2014 — ha annunciato il presidente Giovanni Recordati — prevediamo ricavi oltre i mille milioni e un utile netto di 150 milioni». Le aspettative per il 2015 prevedono introiti in linea con quelli di quest’anno.
Nel 2013 Recordati ha mosso numerose caselle nel Risiko delle acquisizioni e delle licenze di distribuzione. L’ultima, comunicata lunedì, è la firma di un accordo con la statunitense Apricus Bioscience per commercializzare in Europa, Russia, Africa e Turchia un farmaco contro la disfunzione erettile. Come ha ricordato il presidente  Recordati, a gennaio è stata perfezionata l’acquisizione da Lundbeck dei diritti riguardanti un portafoglio prodotti per le malattie rare; a luglio è stato siglato l’accordo per il 90% delle quote della tunisina Opalia Pharma; a ottobre, infine, sono stati comprati gli spagnoli Laboratorios Casen Flees.

Il gruppo si concentrerà «sul settore delle malattie rare  — spiega Recordati — che bene si adatta, per gli investimenti sia in ricerca e sviluppo (a cui il gruppo destina il 9% dei ricavi, ndr) sia in marketing, alle dimensioni della nostra azienda». Faro acceso sul Nordafrica, area strategica per il gruppo anche in vista dell’espansione ai Paesi del Medio Oriente e a quelli africani. Ad esempio, ha ricordato il presidente, partendo dalla Tunisia, «un altro mercato che si colloca come base di sviluppo verso alcuni Paesi africani, facilitando l’export anche per via della comune lingua francese». I risultati, tra cui i 64,6 milioni di dividendi, passeranno ora all’approvazione finale del cda il prossimo 6 marzo.

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