La revisione delle linee guida per la somministrazione farmacologica è uno dei fattori chiave della ricerca per ottimizzare l’efficacia dei farmaci nel loro utilizzo ed in particolare, quando si parla di antibiotici, modernamente utilizzati con una certa leggerezza stimolando la selezione e fortificazione batterica tramite l’antibiotico resistenza, il discorso assume toni molto più delicati e dai riflessi importanti, aspetti noti all’American academy of otolaryngology – Head and neck surgery foundation, in continua attività per redigere linee guide aggiornate.
Tra le ultime novità, approvate anche dall’Aifa che si è subito attivata per stimolarne la ricezione da parte degli operatori interessati, spicca la somministrazione di antibiotici in casi di otite esterna, una patologia infettiva la cui causa eziologica risieda nel ristagno di acqua all’interno del padiglione auricolare divenendo un perfetto ambiente di coltura per la proliferazione batterica, con conseguente attività infiammatoria che provoca dolore intenso. Attualmente la patologia è trattata con la somministrazione di farmaci orali che l’Aifa sconsiglia, grazie ai dati emersi dal panel di esperti americani che, oltre a sottolineare come tale soluzioni fortifichi soltanto i batteri, hanno dimostrato che le dinamiche di assorbimento intestinale producono un risultato inefficace, in termini di forza dell’antibiotico che giunge nell’area infiammata, rispetto a quella necessaria per contrastare efficaciemente l’infezione.
La soluzione migliore è rappresentata dalla somministrazione dell’antibiotico direttamente nel padiglione auricolare tramite goccie, l’Aifa ha infatti rimarcato l’efficacia d’azione sul target localizzato giungendo con maggiore efficacia ed avendo quindi l’effetto terapeutico desiderato, ed anche in un minor tempo, come evidenziato anche da Richard Rosenfeld, medico e membro dell’American academy of otolaryngology: “...circa un terzo dei casi sono trattati con antibiotici per via orale, che sono inefficaci e promuovono l’insorgere di resistenze agli antibiotici….nuove sperimentazioni cliniche, nuove revisioni sistematiche e con la partecipazione dei pazienti, per ottimizzare la diagnosi e il trattamento di questo disturbo comune”.