La multa comminata dall’Antitrust a Roche e Novartis in virtù di quanto emerso dalle indagini sul caso Avastin–Lucentis potrebbe non essere la sola sanzione causata dalla vicenda, le cui ripercussioni non si starebbero manifestando soltanto sul concetto di off-label, fortemente messo in discussione dopo quanto emerso, bensì anche sui cittadini ai quali sarebbe stato privato l’accesso a cure innovative e farmaci col supporto del Ssn, se soltanto quest ultimo non fosse stato gravato da ulteriori pesi economici.
Questo è il quadro delineato dall’opinione di Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, che è intervenuto pubblicamente su quanto verificatosi svelando, oltre quelli che sono i danni diretti arrecati al Ssn, i problemi di riflesso che tali meccanismi scorretti creano ai cittadini sempre più gravati da spese in virtù di un deficit nella spesa sanitaria sulla quale pesano determinate attività: “La decisione dell’Antitrust, se fosse confermata in tutti i suoi contenuti dopo i vari gradi di giudizio, mostrerebbe una situazione di gravità estrema, perché sarebbero state illecitamente sottratte risorse importanti al nostro Ssn, che invece avrebbero potuto essere utilizzate per garantire riduzione dei ticket, dei costi privati, innovazione e continuità delle cure”.
Non soltanto ticket e riconversione dei soldi risparmiati per altre attività, la denuncia di Cittadinanzattiva si estende oltre, andando a tracciare l’ipotesi di comportamenti non limpidi anche in altri campi, aspetti per i quali non esiste possibilità di lanciare accuse precise ma che richiedono ugualmente maggiore trasparenza, elemento che eviterebbe tante problematiche in particolare sulla questione delle rimborsabilità: “Molti pazienti avrebbero invece necessità di accedere a terapie innovative, possibilità troppo speso preclusa dalle risorse limitate, dal peso economico importante, e dai costi elevati. Questo discorso vale anche per molti pazienti affetti da patologie oncologiche o croniche, come ad esempio, quelle reumatologiche, cardiovascolari, diabetiche e per le patologie rare. Tutta questa situazione evidenzia ancora una volta la necessità di maggiore trasparenza, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei cittadini e dei pazienti all’interno dei processi di valutazione e rimborsabilità dei farmaci nel nostro Paese“.