Pubblicità ingannevole: l’Antitrust su Estée Lauder e L’Oréal

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Clinique-Repairwear-Laser-Focus-liquid-foundationL’efficacia dei trattamenti terapeutici, in particolar di cosmesi, è influenzata da tutta una serie di fattori che agiscono in modo simultaneo sui soggetti interessati non fornendo dei parametri di valutazione supplementari, oppure anche soltanto alternativi, ai dati visionati nei vari trial clinici, ed è per tale motivo che l’Antitrust, sulla base della trasparenza e della sicurezza dei soggetti interessati, monitora eventuali alterazioni della realtà create appositamente per ledere il consumatore.

Il caso si è verificato con due note aziende del settore cosmetico, ovvero Estée LauderL’Oréal, per le quali il Garante aveva avviato due provvedimenti di sanzionamento per pubblicità ingannevole che si sono conclusi con due multe, commissionate alla prima delle due interessate, ed un “richiamo” per l’altra. Estée Lauder è stata infatti multata con due provvedimenti dal valore complessivo di 400 mila euro a causa della linea di prodotti a marchio Clinique denominata Repairwear Laser e, come risulta deducibile anche dal nome, l’efficacia garantita nella massiccia campagna di marketing puntava molto sul paragone esplicito con i trattamenti di medicina estetica, in particolare quelli laser.

Inutile sottolineare come l’Antitrust non abbia potuto esimersi dall’indagare sulla vicenda scoprendo la pubblicità ingannevole a seguito proprio dei trial clinici che ne hanno dimostrato la totale inefficacia rispetto ai trattamenti laser, ciò per entrambe le creme antirughe pubblicizzate e che, su base scientifica, risultano diverse tra loro e con tempistiche d’assimilazione ed efficacia non soltanto diametralmente opposte ma anche indefinite e soggette al singolo soggetto. Il medesimo discorso ha interessato L’Oréal la quale, diversamente da Estée Lauder, riconoscendo la violazione delle norme sulla trasparenza e la pubblicità ingannevole associate alla linea Revitalift Laser X3, , ed evitando quindi lo scontro diretto col Garante grazie alla consapevolezza dell’inadeguatezza informativa, ha garantito la correzione informativa dell’intera campagna di marketing al fine di non andare incontro a sanzioni oppure ulteriori indagini peggiorando ulteriormente la situazione.

 

 

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