La farmacia deve assumere il ruolo che le compete all’interno di un Ssn che, dopo aver fallito nella sua visione iniziale, si sta rivolgendo ad un concetto di territorialità sanitaria dei servizi per i quali proprio la farmacia dei servizi, proposta nel lontano 2009 e mai realizzata per mancanza di fiducia e consapevolezza delle sue potenzialità, sarà l’avamposto e la risorsa principale per conseguire gli obiettivi di spending review, di ottimizzazione delle risorse investite e di miglioramento dei servizi, l’Italia però mostra particolari difficoltà nell’affiancare i concetti d’innovazione e sostenibilità.
Il pensiero espresso non è soltanto frutto di una sintesi dell’andamento delle novità che stanno riguardando, in sede di Governo, il Ssn, ma anche una visione espressa da Riccardo Froli, segretaria di Federfarma Toscana, che in occasione dell’incontro organizzato dall’Asis a Tirrenia, ha voluto ricordare il trattamento proposto alle farmacie, ritenute troppo spesso come una sorta di costo senza considerare gli effettivi vantaggi che da sempre forniscono alla sanità italiana e dimenticando la professionalità e la fiducia che i farmacisti mostrano e conquistano in uno scambio reciproco col cittadino, ponendosi come comparto di riferimento che lo Stato non sembra voler sfruttare a pieno.
“In un contesto in cui si parla di contenimento della spesa e in cui in molte regioni sono stati generati già dei risparmi – ha esordito il presidente di Federfarma Toscana – la farmacia non rappresenta un costo per il sistema ma è anzi, un suo avamposto e un risorsa già presente sul territorio. La farmacia dei servizi è una scommessa e c”è una categoria professionale che si mette a servizio e in competizione per fare meglio“. Froli chiede quindi di conciliare la sostenibilità perseguita dallo Stato con l’innovazione, che la farmacia dei servizi può garantire aprendo le porte ad una sanità nuova: “La sfida credo che sia stata lanciata, ora lasciatecelo fare”.