I farmaci da banco arrivano nei supermercati ed entrano a far parte di quella lunga categoria di prodotti commerciali a libera vendita e consumo, il tutto in chiave liberalizzazioni al fine di stimolare la concorrenza commerciale e spingere, seppur con un supporto, il calo dei prezzi adeguandosi agli standard europei, in termine di media costi. E’ ciò che è accaduto in Grecia a seguito della nuova serie di riforme che il paese ha adottato in funzione degli aiuti europei, finalizzando le proprie strategie economico-finanziarie in corrispondenza della linea di pensiero dell’Unione Europea.
La situazione in Grecia, paese che dal 2010 ad oggi ha ottenuto finanziamenti per ben 240 mld di euro, non è delle più rosee e nonostante la varie riforme, drastiche, adottate nell’ultimo triennio la situazione continua ad essere critica, motivo che ha spinto il Governo ellenico a redigere quello che viene definito “Piano Troika“, una maxi manovra per contrarre ulteriormente i conti e farli rientrare nei parametri europei al fine di ottenere, in cambio, altri 10 mld di finanziamenti. Non a caso la decisione sui farmaci da banco, che sta creano non poche agitazioni e proteste presso la categorie di farmacisti e farmacisti titolari, è stata approvata sul filo del rasoio, 152 voti e favore e 135 contrari sul totale di 300 deputati, il giorno precedente al summit dei ministri delle finanze della zona euro.
Sono 3.500 le farmacie scese in piazza per protestare contro il nuovo decreto, il 9 aprile è previsto un ulteriore sciopero nazionale per far sentire la propria voce ponendo in primo piano il proprio pensiero in merito alla decisione presa dal Governo che, secondo i rappresentati della protesta :”Elimina quasi tutte le restrizioni su chi può aprire una farmacia e dove. Stanno favorendo l’intesa supermercato e mettere un chiodo nella bara dei farmacisti“.