Il mercato della vendita dei farmaci, in particolare con le soluzioni e-commerce, legittimate anche in Italia con la direttiva UE 2011/62, sembra destare ancora molte perplessità presso gli enti ed i garanti interessati dalla valutazione delle normative che dovranno garantire il rispetto delle norme di conservazione, trasporto, dispensazione ma sopratutto informazione del cliente, quest ultimo un aspetto sul quale fa perno il meccanismo illegale di vendita di farmaci online.
La soluzione, tra le tante varate per risolvere l’annoso problema del controllo e del riconoscimento autorizzato dei siti legati a farmacie autorizzate nella vendita di farmaci online, sembrerebbe essere l’utilizzo di un logo comune, a carattere europeo, presente sugli e-commerce fungendo da segnale per gli utenti che, dopo una corretta campagna informativa, dovrebbero identificare nello stesso una sorta di garanzia e tutela. Proprio però tali aspetti, secondo Maximin Lieble, delegato Fofi nella Pgeu e presidente dell’Ordine di Bolzano , potrebbero rappresentare al contempo un punto debole nell’idea associata al logo trasformandolo in uno strumento utilizzabile dalle attività illegali, a causa della semplicità di riproduzione del logo.
“Attenzione alle false sicurezze che potrebbero essere indotte da un logo. L’acquirente si sentirà più sicuro, ritenendo la vendita autorizzata dal Paese di origine del sito ma noi siamo sempre stati contrari perché un logo è facilmente falsificabile. La Commissione europea non ha voluto ascoltarci“. Nell’attesa di capire quali soluzioni aggiuntive adottare per la tutela della sicurezza del consumatore, altro punto di dibattito sembra essere proprio la scelta del logo, la tipologia è fortemente dibattuta ma, come anticipato da Liebel, le idee dovrebbero convergere tutte verso la croce medica: “In un primo momento era stato proposto di utilizzare come logo la classica croce verde, ma non è possibile, in alcuni Paesi è addirittura registrato. Non è ancora stato pubblicato ma si sa già che sarà la croce medica“.