Ipertensione arteriosa polmonare: ottimi risultati da un tris farmacologico

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[NAZIONALE - IV]  LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/04 ... 05/09/1Nonostante la crescente consapevolezza sulla malattia, la maggior parte dei pazienti al momento della diagnosi è già in classe funzionale III/IV, e una quota significativa è già in classe IV“, con questo commento d’apertura sono stati ufficialmente presentati i risultati di uno studio francese diretto al trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare che potrebbe, con l’utilizzo di un appropriato mix trivalente di farmaci, migliorare notevolmente le percentuali di sopravvivenza per quella che è, ad oggi, una delle patologie più complesse ma più sottovalutate dai diretti interessati.

Pubblicato sull’European Respiratory Journal, lo studio, condotto col supporto dell’Università di Parigi e guidato da Olivier Sitbon, ha sottoposto al trattamento, basato sull’utilizzo simultaneo di tre classi farmacologiche identificate in  epoprostenol, bosenta e sildenafil, un gruppo di 19 pazienti affetti da ipertensione arteriosa polmonare in classe funzionale, per la scala NYHA, di tipologia III/IV valutandone, nel corso del tempo, i miglioramenti clinici ed emodinamici in modo continuativo con un primo follow-up dopo i primi 4 mesi. I risultati sono stati sorprendenti e molto positivi, dei 19 totali soltanto un solo paziente è stato escluso dallo studio a causa  di un trapianto di cuore e polmone d’urgenza al terzo mese, mentre il resto del gruppo ha fornito ottime indicazioni con un migliromento costante e progressivo sia nel primo che nei successi step di controllo, passando rapidamente da classe funzionale III/IV a I/II.

Il mix di farmaci è stato utilizzato con vie e tempi di somministrazione diversi: epoprostenolo per via endovenosa fino ad un massimo di 16 kg per minuto, bosentan in 125 mg due volte al giorno e sildenafil in 20 mg tre volte al giorno; i risultati emersi, con i netti miglioramenti nei confronti dell’ipertensione arteriosa polmonare, potrebbero essere dovuti, seppur tali aspetti non sono del tutto ancora chiari, all’aumento dell’indice cardiaco, associato anche alla caduta della resistenza vascolare polmonare, fornendo buone prospettive per il recupero di soggetti in classe funzionali avanzate e gravi, stabilizzandone i parametri.

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