Spesa farmaceutica: i dati Aifa segnalano un rosso da 827 mln

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imageL’analisi sulla spesa farmaceutica fornita dall’Aifa, inerentemente all’anno 2013, non porta con se buone notizie sia sul piano generale, considerando le varie voci per Regioni ed aree d’Italia, che nei comparti, dove tra ospedaliera e pubblica generica i rendimenti continuano a non essere positivi, con un rosso da ben 827 mln che rappresenta il disavanzo rilevato dalla spesa pubblica nell’interno anno calcolato di cui, una buona parte prossima quasi alla metà, sarà coperto da industrie e Regioni.

Entrando nel dettaglio del report sulla spesa farmaceutica, presentato al Cda Aifa, si delinea una perdita, soltanto per l’ospedaliera, pari a 765 mln, con la rimanenza derivata da pillole e sciroppi distribuiti attraverso i canali rappresentati dalle aziende sanitarie e dalle farmacie, con una distribuzione del deficit concentrata maggiormente al Sud ed in particolare nelle Regioni Lazio, Calabria, Campania ed Abruzzo, tra l’altro già commissariate. A preoccupare maggiormente è però il futuro della spesa farmaceutica, ciò a causa degli influssi che avranno le politiche sui generici e sui nuovi farmaci oncologici di ultima generazione, l’esempio primario è rappresentato dal nuovo farmaco per l’epatite C sul quale il ministro Lorenzin ha dovuto garantire un piano di risparmi apposito per poterlo introdurre in Italia entro i prossimi due anni.

La sostenibilità della spesa sarà quindi uno degli aspetti primari sui quali lavorerà l’Aifa, come illustrato dal direttore generale Luca Pani: “Con le innovazioni in arrivo, nel tempo il valore globale dei due tetti di spesa, per la territoriale e per l’ospedaliera, dovranno salire in totale almeno intorno al 16%, naturalmente tenendo fermi tutti i controlli necessari, economici e prescrittivi“. Proprio i tetti saranno una delle arre di lavoro maggiore, basti pensare come il Sud Italia abbia superato il tetto della territoriale, fissata all’11,35, ciò inducendo allo sforamento del budget nazionale sino allo 0,72%, un dato apparentemente ottimistico ma che invece tiene conto anche dei virtuosismi di molte Regioni che, in tal modo, hanno bilancio gli eccessi delle altre con un trend che si prevede difficile da mantenere positivo.

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