Effetto terapeutico: linee guida Ema ed Fda su interazione farmaci-alimenti

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nuovi-farmaci-antitumorali-difficile-reperirli-pazienti-italianiLa ricerca farmacologica ha nel tempo permesso di comprendere in modo sempre più approfondito i meccanismi di farmacodinamica e farmacocinetica, fondamentali per poter conoscere l’effetto terapeutico espresso da un farmaco nei corretti dosaggi in base a diversi parametri del soggetto, fattore chiave per evitare complicanze prescrittive, aspetto finito al centro di alcune e recenti linee guida divulgate dall’Fda, la Food and Drug Administration, oltre che dall’Ema, l’Agenzia Europe dei Medicinali, relativamente all’interazione con gli alimenti.

A riportare l’attenzione sulla questione è stata l’Aifa che ha sottolineato come, in funzione di determinati alimenti assunti, l’effetto terapeutico di un farmaco possa esser soggetto a modifiche, rispetto ai comuni parametri di biodisponibilità ed escrezione, a causa dell’attivazione di determinati processi metabolici che possono creare una serie di complicanze impreviste come l’annullamento del farmaco stesso, inibizione in molti casi pericolosa, oltre che portare persino ad un aumento della tossicità, superando la soglia terapeutica presente per ogni composto. L’assunzione farmacologica, in funzione del concetto di effetto terapeutico, dovrebbe quindi essere cauta, nonostante troppo spesso di tenda al fai da te, pericoloso per l’assenza di nozioni sugli effetti collaterali in base a ciò che s’ingerisce che il solo foglietto illustrativo, per quanto ricco di nozioni, possa fare rispetto al consulto medico.

Per sottolineare la pericolosità dell’effetto terapeutico farmacologico in corrispondenza dell’interazione farmaci-alimenti l’Aifa, suggerendo le linee guida Fda ed Ema, ha proposto una serie di esempi tra i quali spiccano l’alcol, capace di amplificare o ridurre l’effetto di qualsiasi farmaco, oppure cibi e bevande di uso ancor più comune come il succo di pompelmo, sconsigliato con ciclosporina, buspirone, chinin, triazola, oppure la caffeina, spesso sottovalutata ma capace d’interagire con alcuni stimolanti e sedativi-ipnotici, sia potenziandone che riducendone l’effetto. Si tratta solo di alcuni, di una vasta gamma di esempi, nei quali l’assunzione di farmaci, senza conoscere a pieno le interazioni alimentari, può creare problemi abbassando la compliance farmacologica con effetti pericolosi sulla salute che come sempre la prevenzione può evitare, il tutto semplicemente con un consulto specialistico.

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