Influenza: Italia all’avanguardia, in arrivo il vaccino quadrivalente

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vaccini antinfluenzaliIl pericolo influenza, a pochi mesi dai picchi registrati nel monitoraggio dei campionamenti della popolazione italiana nel periodo invernale, è al centro sin da adesso i principali convegni e dibattiti del settore in particolare relativi alla prevenzione dei rischio di contagio, che ogni anno fonda sulla mancanza d’informazione e vaccina le proprie basi per una diffusione celere spesso complessa da contenere. A tal proposito, tra le manovre preventive, l’Italia si sta apprestando ad adottare il vaccino quadrivalente come dichiarato in occasione del The Fifth ESWI Influenza Conference tenutosi a Riga.

Tra i rischi primari dell’influenza e della sua diffusione, più che il piano clinico si propone all’attenzione quello economico con ingenti risorse annualmente investite dai sistemi sanitari nazionali per far fronte all’emergenza derivata dalle curve epidemiche capaci di totalizzare circa 4.500.000 casi. Allo scopo di ridurre, in ottica spending review, le spese correlate alle gestione del contagio influenzale, nella stagione 2014-2015 è stato varato uno specifico programma europeo di distribuzione di vaccini quadrivalenti il cui scopo primario è quello di fornire una copertura supplementare al ceppo influenzale di tipo B, che attualmente esiste in due diversi sottoceppi noti come linea Victoria e linea Yamagata. “L’influenza ricorre ogni inverno – ha esordito la Prof.ssa Susanna Esposito, specificando – non si deve abbassare la guardia e bisogna arrivare preparati alla prossima stagione influenzale ricordando che la più efficace forma di prevenzione è la vaccinazione“.

Tra le raccomandazioni, come sempre fornite relativamente all’influenza, spicca il forte consiglio di sottoporsi alla vaccinazione in particolare per le categorie ritenute maggiormente esposte a contagio e complicazioni quali gli anziani generici e tutti i soggetti affetti da patologie croniche, come asma, cardiopatie, diabete, insufficienza epatica o renale, malassorbimento, immunodeficienze e difetti coagolativi, oltre ovviamente ai bambini, il cui rischio si eleva in funzione della presenza in ambienti di facile contagio come le comunità scolastiche.

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