La preparazione delle specialità galeniche, richiedenti professionalità ed adeguati standard tecnico-ambientali, rappresenta ad oggi una delle principali peculiarità delle farmacie, specialmente per coloro che sono dotate d’impianti speciali e riconosciuti a norma di legge per le preparazioni speciali, eppure sulla tematica si continua a fare confusione creando non pochi disagi. E’ questo il caso relativo agli sconfezionamenti, procedura sulla quale il Ministero della Salute è pronto a diffondere ulteriori chiarimenti come la stessa Federfarma, seppur con scopi e target diversi.
La fase è infatti primaria per la preparazione dei galenici a partire da farmaci pre-confezionati i cui dosaggi sono inadeguati per il trattamento di alcune patologie come nel caso dell’Avastin, i cui flaconi sono inadatti per l’utilizzo per terapie intravitreali costringendo agli sconfezionamenti. Partendo proprio da quel caso, avallato dal Consiglio superiore di Sanità, Federfarma ha chiesto maggiore chiarezza viste le diversificazioni create tra farmacie territoriali ed ospedaliere, con queste ultime favorite con l’esclusiva di trattamento del farmaco. “Giusto pretendere dai farmacisti il rispetto dei requisiti di legge e delle disposizioni dettate dalla farmacopea – ha chiarito Annarosa Racca all’incontro tra Ministero della Salute, Aifa e Nas, puntualizzando – non accettiamo invece differenze che facciano supporre l’esistenza di farmacie di serie A, quelle ospedaliere, e di serie B, quelle del territorio“.
Il caso Avastin non è il solo alla base della divergenza mossa da Federfarma che nei confronti della possibile circolare del dicastero, con lo scopo di far maggior chiarezza rispetto le modalità d’azione degli operatori e tutti gli obblighi di legge per evitare episodi critici, ha ribadito la totale approvazione ed il massimo supporto a patto però che vengano abolite le differenze tra farmacie territoriale ed ospedaliere emerse in molteplici occasioni sul tema sconfezionamenti.