Il mercato di distribuzione farmaceutica attuale potrebbe ben presto esser letteralmente sconvolto da una serie di novità che il Governo starebbe preparando nell’ampio Ddl Concorrenza, attualmente in fase di sviluppo, al cui interno sarebbe presente un ampio e dettagliato paragrafo relativo il concetto di liberalizzazione che interesserà le farmacie, la titolarità di queste ultime e la vendita dei farmaci di fascia C. A confermare le ipotesi sarebbe stata la prima bozza del documento fornita dall’agenzia Public Policy dalla quale sono emersi i primi dettagli che non hanno mancato di generare insoddisfazioni e malumori nel settore.
A spingere ed ispirare il Ddl Concorrenza sarebbe stata principalmente la segnalazione dell’Antitrust 2014 che, nella propria analisi di mercato, aveva dedicato ampio spazio all’idea di trasformazione dei criteri di gestione ed affidamento delle farmacie ritenendo il numero massimo un principio da convertire in un numero minimo in favore di concorrenza, sviluppo lavoro a soprattutto abbassamento dei prezzi al pubblico. Proprio in funzione di tali aspetti, come delineato nel documento bozza, sarebbe emersa la volontà di ottenere una valutazione da parte dell’authority al fine di poter comprendere le possibili previsioni di mercato sul contingentamento del numero di farmacie anche nell’ottica del concorso straordinario attualmente in corso con tempi lenti e molteplici polemiche, come nel recente caso delle discrepanze di valutazioni titoli.
In favore di quanto espresso tra le novità di liberalizzazione, oltre che il numero di farmacie, spicca l’idea di abolire il divieto di titolarità per un numero attualmente massimo di quattro farmacie per unico soggetto, il divieto di vincolo delle procedure di registrazione degli equivalenti in scadenza di brevetto. Soprattutto, tra le liberalizzazioni del Ddl Concorrenza, spicca l’abolizione dell’esclusività della vendita dei farmaci di fascia C superando gli obblighi di tutela di salute grazie alla presenza, nel punto vendita interessato ad eseguirne la distribuzione, di un farmacista laureato che aprirebbe ovviamente non solo alle parafarmacie ma anche ai corner dedicati della GDO, quest ultimo un dettaglio che ha celermente agitato il settore messo alle strette in favore di una libertà di accesso e vendita che in molti esempi esteri non pare aver favorito le prospettive delineate dall’Antitrust.
Questi buffoni ci hanno stancato, Ci vogliono far capire verso cosa vogliono andare? …e soprattuto, vogliono prendere decisioni precise e di immediata attuazione, altrimenti qui passano le generazioni!!! Sempre più vergogno so l’atteggiamento dei nostri politici e della burocrazia Rallenta Italia!!!
Il “rischio” di cui parlavamo mesi fa, nei commenti a precedenti articoli, si stanno avverando.
Soltanto alcuni titolari più ragionevoli e disposti al dialogo, si esprimevano con favore ad un riordino della categoria, che non poteva certo continuare all’infinito a mantenere inchiodati privilegi e rendite di posizione di una “piccola minoranza” di titolari, a danno di una schiacciante maggioranza di pari titolo, a cui è vietato esercitare la propria professione. In tempi come questi, poi, in cui di garanzie non ce ne sono più per nessuno!
Una soluzione mediata fra tutti i professionisti, con regole vantaggiose per tutti, avrebbe potuto scongiurare l’enorme pericolo, questo si, della GDO.
E invece i furbetti, sentendosi al sicuro, addirittura smeleggiavano i loro colleghi accusandoli di invidia, incapacità (a comprarsi ciò che MOLTI di loro hanno ereditato), di essere comunisti, bersaniani, e via dicendo, sicuri del “parere dell’avvocato norvegese”.
Si è preferito affidarsi al muro di gomma eretto dalla lobby, rimandare all’infinito l’assegnazione delle nuove farmacie, sperare nel “pantano” dei ricorsi, e nella famosa fascia C da non dover assolutamente mollare.
E così, prima o poi, questo è certo, il muro di gomma crollerà di colpo come è successo recentemente in Francia, peggiorando di colpo la situazione di tutti, anche dei FARMACISTI titolari di Parafarmacia, che otterranno sì la fascia C, ma avranno anche la temibile concorrenza delle potenti GDO, che con i loro prezzi sono un pericolo per tutti.
La vita, si sa, è fatta di scelte. E l’egoismo è un cattivo consigliere. Peccato.
Gentile Marco,
il Ministro Lorenzin ha fatto bene a richiamare nell’alveo del Ministero della Sanità la competenza in materia di farmaci, sottraendolo al Ministero dello Sviluppo economico. Cosa doveva sviluppare la Guidi??? la concorrenza sui farmaci??? Il farmaco non può essere soggetto a logiche di mercato commerciali speculative al pari di gelati e pizze, il farmaco deve essere consigliato e dispensato alla necessità.
Bisogna venire fuori dai luoghi comuni “farmacisti ricchi” e “rendite di posizione”. Bisogna comprendere che il mercato del farmaco è saturo e non può essere spinto oltre o incentivato; la domanda dei medicinali è quella, non si può aumentare l’offerta. L’Italia non ha bisogno di nuovi punti vendita del farmaco. Le parafarmacie sono e saranno un fallimento. Il decreto Bersani (o decreto COOP) ha permesso alla moglie farmacista di Bersani di aprire una parafarmacia.
La Corte di Giustizia Europea è stata chiarissima su due punti con distinte sentenze: 1) il numero chiuso delle farmacie in Italia è legittimo e sacrosanto; 2) La Fascia C deve essere venduta solo in farmacia. Queste sono sentenze di un Ente dell’Europa super liberista e per la massima concorrenza. Il farmaco non può andare in concorrenza, il farmaco è salute.
Le farmacie in Italia devono essere quelle, punto, il giusto per soddisfare la popolazione; le parafarmacie non hanno alcun senso. Non possiamo avere una farmacia per ogni farmacista italiano, giusto per accontentare la smania dei parafarmacisti ad essere titolari di farmacia, a discapito del sistema nazionale di distribuzione e vendita del farmaco.
Le liberalizzazioni in Europa sono un fallimento: In Grecia il 90% è in crisi e le farmacie sono ridotti a banconi del mercato; In Spagna hanno liberalizzato le farmacie in alcune provincie e ora stanno tornando indietro perché è stato un enorme fallimento.
La situazione delle farmacie in Italia non è delle migliori: delle 18000 farmacie il 50% è in grave crisi di insolvenza e il 30% è in procedura concorsuale (fallimento).
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