Una delle principali novità in serbo all’interno del segmento farmaceutico, sul quale il Governo sta agendo per poter ottimizzare le risorse, l’Aifa rappresenta uno snodo cruciale sia per la tipologia di organo in essere che per l’unicità, in termini di facoltà e competenze, assegnate nel contesto italiano e che nessun’altra Agenzia estera vanta in modo egualitario. Su tale punto, ed in particolare la Riforma Aifa in programma per ottimizzarne la gestione, è intervenuta apertamente il ministro della Salute Beatrice Lorenzin fornendo le prime indicazioni.
Il primo aspetto chiarito dal ministro ha riguardato la natura di “rivoluzione” che da più parti è maturata rispetto l’idea di Riforma Aifa, un termine definito come improprio rispetto al progetto in essere che non prevede lo stravolgimento dell’Agenzia Italiana del Farmaco, perfetta nei suoi meccanismi in modo naturale ma nei quali è emersa la necessità di ottimizzarne gli ingranaggi compiendo una limatura obbligatoria per conseguire nuovi standard qualitativi ed ovviamente ottenere effetti benefici sul settore e nei processi chiave. “L’Aifa non ha bisogno di rivoluzioni – ha spiegato Lorenzin, specificando – va solo messa nelle condizioni che le consentano di accelerare l’esame dei dossier medicinali e delle autorizzazioni perché’ i pazienti troppo spesso devono attendere molto per avere accesso a farmaci innovativi“.
L’obiettivo dietro la Riforma Aifa è quello di rendere l’Agenzia un nuovo standard di efficienza, oltre che un modello al quale rivolgersi sul suolo internazionale come attualmente è tale l’FDA, Food and Drug Administration ovvero l’organo al quale proprio Lorenzin vuole ispirare il rimodellamento Aifa cercando però di non snaturare l’identità dell’organo italiano, come chiarito in occasione della commissione Affari sociali della Camera dove ha illustrato anche gli obiettivi della riforma: “L’Aifa deve diventare una grande agenzia sul modello della Fda americana, ma per riuscirsi occorre anche migliorare la qualità del personale“.