Tra i principali problemi relativi il mercato distributivo in ambito farmaceutico a spiccare, oltre che alla base di molteplici criticità emerse principalmente in Italia, vi è la mancanza di un prezzo unico europeo farmaci la cui omogeneità di costi nel rimborso dei diversi sistemi sanitari si propone come la primaria soluzioni a questioni come le carenze farmaci, il parallel trade e persino il traffico illegale di furti e rivendite degli stessi. Sulla questione, la cui risoluzione è al vaglio su base europea, è intervenuta recentemente il ministro della Salute Lorenzin illustrando tutte le soluzioni attualmente monitorate e che potrebbero essere adottata per frenare il trend.
Tra queste la più gettonata, come mostrato in occasione dell’interrogazione parlamentare presentata da circa venti deputati del Pd relativamente il caso Sofosbuvir ed i piani di distribuzione, risulta essere l’utilizzo di un meccanismo di contrattazione che garantisca ai singoli Paesi l’indipendenza di manovra ma all’interno di determinati limiti grazie ad un differenziale mascherato poiché strutturato su soglie che tra minimo e massimo possibile dovrebbero contenere le differenze di costo suddividendo l’Europa in 2-3 aree di riferimento per le tipologie di costo. Un progetto dalla realizzazione non facile che proverà a fornire un’idea alternativa al prezzo unico europeo, già definito complesso da perseguire direttamente dalla Comunità Europa che aveva vagliato e continua tutt’oggi a valutare la soluzione per porre una regolamentazione al mercato farmaceutico.
Oltre che sul prezzo unico europeo farmaci, legandosi proprio al discorso relativo Sofosbuvir, il ministro Lorenzin ha illustrato come la riduzione del differenziale rappresenti un problema di riflesso che ha rallentato le trattative con Gilead Sciences e debba essere contenuto all’alba di un’era che, specialmente per l’eradicazione dell’epatite C, spalanca le porte all’innovazione senza l’utilizzo d’interferone con terapie orali dall’ottima compliance e dai risultati più che soddisfacenti. Tutti aspetti che, visti gli alti costi, stanno spingendo il Governo a stanziare un fondo unico nazionale per evitare mal gestioni e difficoltà in ambito regionale ma che deve necessariamente passare attraverso le valutazioni di equità e sostenibilità economica che detteranno i criteri di accesso, gli stessi sui quali proprio l’associazione EpaC Onlus è pronta a manifestare per garantire a tutti i pazienti la terapia in tempi celeri.