La professionalità del farmacista è uno dei più importanti fattori di pregio di una categoria che nel tempo, partendo dal proprio campo d’azione circoscritto alla solo farmaco, ha esteso il proprio raggio d’azione in molteplici contesti divenendo un punto di riferimento per il singolo individuo e la comunità. Proprio il rapporto esistente tra farmacista ed utente, considerando i numeri quotidiani totalizzati dalle farmacie, giocano un ruolo chiave per il futuro del Ssn ed i molteplici progetti in corso per la tutela della salute.
Ad esporre il quadro completo ed i rischi esistente nella sottovalutazione di tale rapporto, che incide notevolmente sulla client satisfaction, è stata la Società italiana di farmacia clinica che ha analizzato le incidenze nella pratica quotidiana e tutti i comparti ad esso legata del mancato potenziamento di un rapporto e di un approccio al cliente spesso ritenuto quasi subordinato, e quindi secondario, alla conoscenza. In realtà la qualità e la capacità di conquistare la fiducia dell’utente viaggia di pari passo le competenze imponendo come leva di cambiamento per l’estensione delle competenze, la centralità della farmacia sia nell’ambito della territorializzazione Ssn che dei progetti come la farmacia dei servizi ed agisce primariamente su fattori quali l’educazione sanitaria, pharmaceutical care ed il monitoraggio sulla terapia che risultano fondamentali per la Sanità in senso più ampio.
“Credo – ha dichiarato il presidente Sifac – che il rapporto di fiducia, l’alleanza tra il paziente e i professionisti della salute, sia un fondamento del processo di cura e del buon esito del percorso terapeutico e questo vale tanto per il medico quanto per il farmacista che, potendo intercettare anche quei cittadini che non vanno dal medico, può esercitare una funzione importante nella prevenzione e nello screening di situazioni critiche…Ai farmacisti è chiesto uno sforzo per convergere verso quelle buone pratiche di ascolto, di counselling, di presa in carico di paziente e care givers…importanti perché possono determinare un’influenza sugli end-point clinici, con ricadute in termini di costi di salute e di risparmi”.