Non solo spending review, valutazione dei rapporti di costo-beneficio rispetto i parametri di efficienza ed efficacia ma anche definizione di bilanci e budget che, all’interno delle varie riforme e novità che stanno mutando lentamente il Ssn, acquistano il loro peso nel futuro dalla sanità italiana. E’ il caso del Fondo Sanitario 2014 del quale la Conferenza delle Regioni ha approvato nella seduta di questi ultimi giorni il riparto, definendo in modo chiaro ed utile, come guida per il prossimo anno, le quote, le distribuzioni per i comparti ed i singoli costi.
Poche novità rispetto al processo avviato lo scorso anno solare, la valutazione è stata affidata al concetto delle Regioni benchmark con parametri fissi che non sono mutati rispetto al 2013 delineando Umbria, Emilia Romagna e Veneto quali guide per i costi standard. L’idea ha considerato la valutazione delle amministrazioni che anche nel 2013 anno conseguito i migliori flussi di spesa, su questi ultimi è stata poi applicata una valutazione per costo medio per singolo cittadino, ovviamente tenendo conto del peso rispetto la popolazione ed effettuando un paragone con le altre Regioni. Conclusa la definizione del Fondo Sanitario 2014 sono stati attuati, in modo decisamente più semplice, i riparti rispetto i Livelli essenziali di assistenza suddividendo la somma totale per livelli e sottolivelli di assistenza che le Regioni devono garantire rispetto anche le eccellenze e le diversificazioni territoriali.
Il riparto è stato condotto su assistenza nell’ambito della Prevenzione, la Distrettuale e l’Ospedaliera tenendo conto di sottolivelli quali la Medicina di Base e la Farmaceutica, nel complessivo i 109,9 mld stanziati hanno visto l’assegnazione di 53,7 mld di questi alla distrettuale, con 12,4 alla farmaceutica territoriale. L’approvazione di questi elementi rappresenta un passaggio chiave per non solo la definizione delle risorse disponibili quanto soprattutto per lo stanziamento e la conferma anche dei criteri di suddivisione.