Liberalizzazioni: Federfarma si oppone alle misure di Governo

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farmacie-2L’avvio di un processo di modifica, tipico delle normative contenute all’interno delle misure per le liberalizzazioni annunciate dal Governo, rappresenta qualcosa di necessario per il Paese ma al contempo da valutare nel dettaglio inquadrando gli appositi settori che possono o meno necessitare di tali interventi, e nel caso le tipologie da applicare. Di questo aspetto è infatti convinta Federfarma, apertamente contrarie alle misure ad oggi palesate in tema farmacie e farmaci di fascia C, sottolineando l’erroneità di tali e possibili scelte sia nell’ottica della garanzia della salute che degli obiettivi economici e di mercato.

In particolare, ha illustrato il presidente Annarosa Racca, l’idea di liberalizzare le farmacie rappresenta un fattore sottovalutato capace d’incrinare il già fragile equilibro della rete esistente che, almeno ad oggi con l’assenza di un Sistema sanitario autorevole ed omogeneo, garantisce tutele, monitoraggio e distribuzione dei farmaci ai cittadini secondo principi di sicurezza e qualità d’efficacia. Dettagli da non sottovalutare nel mercato della salute che la concorrenza potrebbe, in favore dell’eccessiva competizione, portare a disperdere a solo danno dei cittadini, ciò sia sul tema dei farmaci di fascia C come sottolineato dalla Corte di Giustizia europea quanto soprattutto per l’apertura di nuove sedi per le quali le norme sulle liberalizzazioni del numero minimo risulterebbero dannose persino rispetto il concorso straordinario, che sta consentendo l’ulteriore apertura di nuove sedi il cui impatto sul mercato attuale è tutt’oggi sconosciuto.

Le liberalizzazioni, sempre secondo il parere di Federfarma, non sono da ostacolare bensì da favorire secondo i giusti criteri i quali se dettati dall’opinione dell’Antitrust rispetto alla presenza di mercato sul territorio delle farmacie, non tengono conto del tipo di mission che il settore si propone. Attenzioni che, come invece sottolineato dal capogruppo di Scelta civica alla Camera Andrea Mazziotti di Celso, andrebbero dirette verso tutti i settori inclusi quelli degli ordini professionali, dei distributori di carburante, dei servizi pubblici locali e delle società pubbliche vista l’assenza sia un disegno legge oltre i termini oramai superati da 90 giorni che di un percorso capace di regolamentare tutte le novità già promesse col Decreto Bersani del 1999 che ad oggi si è dimostrato un progetto incompiuto tra ostacoli e blocchi.

5 COMMENTS

  1. Proprio in questi giorni abbiamo visto quanto marcio si nasconde dietro gli appoggi politici, favoritismi, e mafie, che hanno ormai mille sfaccettature, non sono più picciotti con coppola e lupara.
    E bene hanno fatto i cinque stelle ad accomunare alla MAFIA le LOBBY che quotidianamente DENTRO il parlamento, bloccano o favoriscono questo o quel provvedimento, proprio come tutte quelle brave persone che oggi sono in galera, e che ricevevano favori da assessori, senatori e parlamentari.
    Esattamente le stesse modalità operative: pagare per ricevere favori al posto di altri!

    La racca (scusatemi ma non ce la faccio col maiuscolo…) evoca la “garanzia della salute”, “tutele”, “monitoraggio e distribuzione dei farmaci secondo principi di sicurezza e qualità d’efficacia”, “danno per i cittadini”, e via di questa solfa, come se le liberalizzazioni concedessero la vendita dei farmaci al pizzicagnolo, al fruttivendolo o al macellaio!
    I farmacisti, è bene ricordarlo, sono farmacisti. Gli attuali titolari, non sono più bravi degli altri, non hanno un corso di studi diverso, ed hanno ESATTAMENTE la stessa preparazione dei collaboratori e di quelli che lavorano in una parafarmacia.
    E le tutele sono esattamente le stesse: posso trovare il disonesto che vuol vendermi un prodotto per la sua convenienza sia in farmacia che in para.
    Quindi, senza paura, avanti tutta, perchè con queste porcherie, siamo diventati il fanalino di coda dell’Europa e del mondo “civile”.
    Ed in quanto all’apertura degli Ordini Professionali, società pubbliche, carburanti, ecc, stesso discorso: spalancare le porte, senza paura.

    • Apertura di nuove sedi in zone concorrenziali densamente popolate e non solo in zone boschive disperse ( si potrebbe facilmente individuare tali zone dalla presenza o meno di parafarmacie) eliminazione dell’anacronistica ereditarietà e poi tutti in fila ad attendere la sede che, sicuramente arriverà. Coraggiosi “parafarmacisti” compresi.

  2. Mai visto il sindacato dei medici ospedalieri dettare regole professionale ai medici della mutua o viceversa, da noi il sindacato dei 16.500 titolari impone le sue leggi ai 60.000 farmacisti non titolari, forte dei ruffiani politici e del potere economico.

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