L’utilizzo ed il supporto dei moderni strumenti tecnologici e di comunicazione, ovviamente se opportunamente direzionati, possono fornire netti miglioramenti in svariati campi tra i quali a spiccare per necessità e margini di crescita è la farmacovigilanza. A tal proposito lo studio Interact ha valutato l’impatto dell’utilizzo di promemoria digitali dimostrando come la loro introduzione migliori notevolmente le percentuali d’adesione alle terapie farmacologiche con riduzione delle cronicità, tempi ridotti nella riabilitazione e riduzione dei costi diretti rispetto le complicanze.
Lo studio, uno dei più innovativi in tal senso, è stato pubblicato sulla rivista ‘PLoS One’ indagando le possibilità di miglioramento dei meccanismi di farmacovigilanza per terapie diffuse, oltre che di utilizzo comune, come quelle dedite al controllo della pressione sanguigna e del colesterolo, questi ultimi fattori primari nell’eventuale insorgenza di ictus ed attacchi di cuore quali primi markers alla base delle percentuali di rischio rispetto gli stili di vita. L’analisi proprio della studio Interact ha coinvolto in un trial randomizzato circa 303 pazienti, soggetti a trattamenti con farmaci antipertensivi o ipocolesterolemizzanti, per la durata di sei mesi dividendoli in due gruppi di cui uno sottoposto alla ricezione programmata e periodica di promemoria digitali, l’altro privato di tale supporto in quella che si dimostra essere la modalità di gestione standard per qualsiasi paziente attualmente.
I dati hanno confermato impressioni parziali e benefici di una terapia mirata ma corredata di promemoria digitali, necessari per stimolare il paziente sia all’impegno che per ricordargli tempi e modalità di assunzione, verificando netti miglioramenti in contrapposizione al gruppo non sottoposto a tale trattamento che ha invece visto per il 25% l’interruzione della terapia contro il solo 9% del primo gruppo. Lo studio Interact conta così di poter introdurre l’utilizzo di SMS e richiami variabili come modalità d’approccio gold standard per la gestione e la farmacovigilanza dei pazienti riducendo i costi sanitari che pesano per oltre 630 mld tra cronicizzazione e medicinali sprecati.