Diabete, Federfarma Umbria: a rischio il 20% della popolazione

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diabeteChe il diabete rappresenti una patologia in forte crescita, classificatasi all’interno degli spettri d’allarme per i quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiamato all’attenzione i principali Sistemi Sanitari Nazionali per la definizione di piani d’intervento e campagne preventive mirate al contenimento, era un dato di fatto eppure che la percentuale reale ed a breve termine fosse elevata in pochi l’avevano sospettato. A diffondere i primi dati è stata Federfarma Umbria col supporto della giornata screening del 14 Novembre che ha permesso di conseguire un’importante fotografia sullo stato di salute della popolazione.

Soltanto all’interno della Regione il rischio di conseguimento del diabete nell’arco dei prossimi dieci anni interesserebbe ben il 20% della popolazione, una fetta ampia ed in netto aumento alla quale bisogna sommare i casi accertati ed una discreta percentuali di affetti inconsapevoli del proprio status clinico. A tal proposito un supporto chiave è quindi rappresentato proprio da campagne preventive per lo screening glicemico che, nell’occasione del mese di Novembre e grazie all’enorme supporto strutturale, professionale ed informativo delle farmacie, ha consentito di ottenere non solo importanti dati quanto anche di aiutare molti cittadini di cui proprio sessanta di essi erano diabetici inconsapevoli, altri 216 hanno evidenziato condizioni pre-diabete ancora trattabili e per gli altri sono stati offerti orientamenti ed informazioni sulla patologia.

Il successo della campagna di screening glicemico per il diabete ha ovviamente fornito ulteriori conferme in merito all’utilizzo di soluzioni similare per migliorare informazione e prevenzione, come confermato dal presidente di Federfarma Umbria che, in occasione della diffusione dei dati sul rischio patologico sulla popolazione regionale, ha ricordato quanto l’utilizzo della metodica in termini nazionali porterebbe ingenti vantaggi anche nell’ottica economica potendo agire per tempo rispetto l’insorgenza. “Il nostro auspicio è che questa metodologia di screening di massa si diffonda a livello nazionale, al fine di aumentare prevenzione e sensibilità verso questo tipo di patologia”.

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