La qualità formativa, le conoscenze non limitate nel campo salute con la possibilità di fornire panoramiche ed opinioni esaustive non solo all’ambito farmacologico ma all’intera sfera della saluta oltre che qualità comunicative bilaterali con le altre categorie professionali ed i cittadini, assecondando il tipo di rapporto da instaurare, rappresentano elementi formativi e proprio di un bagaglio professionale allettante insito nei farmacisti. Per tali e tanti motivi, la categoria rappresenta una delle dieci professioni più ricercate, e più pagate, all’interno del mercato americano come svelato da Forbes.
La nota rivista ha infatti analizzato, tenendo in considerazione i dati derivati dalle scuole formative e le nuove richieste delle aziende di settore nelle fasi di recruitment, quanto i farmacisti incarnino l’identikit professionale ricercato al punto da spingerne la richiesta verso parametri di crescita, almeno sul mercato USA. Il dato non rappresenta prettamente una sorpresa, ciò non solo alla luce delle potenzialità della figura quanto anche in virtù di un evoluzione di mercato che sta assecondando la crescita demografica della popolazione anziana individuando forme adatte a sostentare il nuovo fabbisogno di salute derivato dalla nuova copertura assicurativa legata all’Obamacare che entro il 2022 genererà nuovi posti di lavoro per ben 5 mln di unità. Sulla base del confronto rispetto le altre figure, necessarie per assecondare tali necessità, i farmacisti vantano possibilità di crescita, carriere e rimuneratività tra le più alte del settore.
Aspetti positivi, nonostante la scarsa domanda occupazionale italiana che si contrappone ai trend anche europei, che hanno dato vita al quesito mosso da un editoriale di DrugTopics che dal medesimo tema ha proposto in proiezione futura il rischio di sovrapproduzione di farmacisti ad opera delle scuole formative, a seconda delle normative vigenti nei vari paesi, per soddisfare l’ingente richiesta di professionisti. Quest ultimo, nonostante gli alti tassi di ricerca, potrebbe creare una saturazione occupazionale tale da generare tassi elevati di disoccupazione in brevi tempi, richiedendo quindi attenzione alla coordinazione tra mercato del lavoro e università al fine di ottenere i giusti parametri tra domanda ed offerta.