Mentre proseguono i dibattiti sul deregulation tra Federfarma e Federazione Nazione Parafarmacie Italiane, con il Decreto liberalizzazioni tra i cui progetti spicca nuovamente la volontà di superare l’esclusività dei farmaci di fascia C nell’ambito di obblighi e tutele, il mercato nero dei farmaci di contrabbando prolifera senza porsi alcuna difficoltà relativamente le problematiche evidenziate. Il caso è emerso recentemente a Napoli, ma si sospetta possa non essere il solo, con farmacie abusive improvvisate per i principali snodi cittadini.
Un trend, che sta evidenziando una certa continuità, riguarda Corso Lucci, ovvero una della arteria urbane primarie di collegamento per la stazione centrale di piazza Garibaldi, che ogni giorno garantisce tra i più alti volumi di affluenza e di traffico di persone divenendo il contesto perfetto per il traffico illegale di farmaci. Visitando la via è possibile trovare ogni Domenica svariate bancarelle improvvisate ricche di diverse tipologie di prodotti, farmaci inclusi: omeopatici, tisane, cosmetici, antinfiammatori, antidolorifici, antibiotici, antistaminici e persino l’aspirina, molti dei quali soggetti a prescrizione medica. La vendita, in queste farmacie abusive, avviene senza controlli sulla provenienza, risultante essere dall’Ucraina, e senza certificazioni di nessun genere additando agli utenti consigli basati sulla pratica di assunzione comune.
I vantaggi dietro l’acquisto sono di natura economica, i prezzi sono infatti di poco inferiori ai corrispettivi presso le farmacie, e di tempo, il superamento della necessità di conseguire la prescrizione medica rappresenta non a caso un’opportunità per risultare invisibili oppure per risparmiare le enormi file, il tutto come illustrato dai farmacisti improvvisati che offrono e direzionano gli utenti alla scelta dei prodotti conservati in valigie stipate al suolo. Il caso rappresenta l’ennesima conferma di un mercato nero in crescita al punto da rendere visibili, senza timori, le proprie farmacie abusive imponendosi forse come il vero problema del mercato farmaceutico sul quale le parti dovrebbero coalizzarsi anziché litigare favorendone le proliferazione.