Nonostante le criticità frequentemente sottolineate, sopratutto in una fase delicata e complessa di adeguamento ai nuovi bisogni di salute emersi dalla popolazione, il Ssn rappresenta uno dei valori di vanto per l’Italia nel confronto con i paesi esteri. A sottolineare, e ricordare l’importanza di questo dettaglio, è stato il ministro della Salute Lorenzin che in occasione della revisione Ocse sulla qualità dell’assistenza italiana ha ricordato i successi ed i traguardi conseguiti tanto da rendere il modello assistenziale nostrano come un punto di riferimento.
“Il Servizio sanitario italiano – ha esordito il ministro – è percepito in altri Paesi europei , ma anche in Usa e in Giappone, come un esempio autorevole di sanità pubblica gestita con costi non elevati rispetto ai risultati“, nonostante ciò Lorenzin ha ricordato la necessità di non adagiarsi sugli allori lavorando in modo oggettivo sulle criticità di un sistema in evoluzione capace di contrapporre, ai tanti lati positivi, molteplici aspetti negativi identificati proprio dall’Ocse. Secondo la revisione il Ssn si troverebbe attualmente dinanzi due importanti sfide: un bivio cruciale nel suo percorso di miglioramento strutturato sulla necessità di spending review e l’omogeneizzazione dei livelli di assistenza, attualmente diversificati in base alle varie Regioni, per i quali diverse sono state le manovre contenitive a partire del processo di dematerializzazione sino al più importante ed ottimistico Patto per la Salute 2014-2016.
Il futuro, partendo da fattori di vanto come la qualità professionale delle figure operanti sul territorio e negli ospedali, il rapporto qualità-prezzo ed infine la qualità di vita attestatasi tra le prima cinque in Europa, è quindi diretto al miglioramento di punti critici in seno al Ssn che si spera di poter risolvere in breve tempo, e molto sarà affidato proprio al Patto per la Salute. “Più che alla riforma elettorale sono interessata alla riforma del Titolo V della Costituzione, non perché voglia intaccare le autonomie ma perché vorrei un sistema che affidasse al centro quel che va al centro e alla periferia quel che è della periferia – ha illustrato Lorenzin, proponendo un esempio tangibile delle difficoltà esistenti – Sono stati spesi centinaia di milioni di euro e i sistemi non parlano tra loro, spesso anche tra Asl e Asl”