“Il morbo di Parkinson è un disordine neuro-degenerativo debilitante per i quali sono necessarie nuove opzioni di trattamento, soprattutto perché, ad oggi non esistono terapie approvate che agiscono direttamente sul meccanismo patologico che porta allo sviluppo della malattia“. Parole di Ismail Kola, presidente di UCB New Medicines, con le quali la società ha annunciato ufficialmente l’accordo con Neuropore per lo stanziamento di 480 mln di dollari da destinare alla ricerca.
Un traguardo notevole per la ricerca farmacologica verso patologie complesse ancora non del tutto comprese sul piano eziologico, proprio verso quest’ultimo di rivolge l’interesse della nuova partnership siglata con l’idea di fornire le adeguate risorse per comprendere i meccanismi biochimici alla base dell’alterazione neuronale sulla quale si struttura l’insorgenza del Morbo di Parkinson. Oltre che per nuove terapie, sulle quali UCB vanterà l’esclusività sui diritti di sviluppo e commercializzazione, l’aspettativa maggiore verte attorno il farmaco sperimentale NPT200-11 attualmente targettizzato per la proteina patologica alfa sinucleina ritenuta l’agente induttore della complessazione delle catene amminoacidiche presente nei corpi di Lewy generando il misfolding, ovvero l’errato accumulo delle proteine, il cui effetto primario si traduce proprio nel soffocamento delle cellule nervose con disfunzione sinaptica e successivamente lo stato di morte.
Il farmaco è attualmente disponibile in via orale, nei primi trial pre-clinici ha evidenziato importanti benefici in più endpoint alimentando l’ottimismo rispetto la possibilità di generare in breve tempo un primo trattamento remissivo per il Morbo di Parkinson dal quale poi strutturare miglioramenti nello sviluppo farmacologico delle alternative sul mercato. Aspetto, quest ultimo, confermato dalla stessa Kola: “Con NPT200-11 abbiamo l’opportunità di sviluppare una nuova opzione di trattamento per i pazienti con Parkinson e altre sinucleinopatie“.
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