Acido Acetilsalicilico: inappropriato in terapie di prevenzione primaria

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acido-acetilsalicilicoGli studi ed i trial clinici attualmente sviluppati sull’analisi dei benefici e dei rischi indotti dai vari utilizzi dell’acido acetilsalicilico sono svariati, uno in particolare ha però sfatato un mito ampiamente diffuso riguardante la sua utilità diretta in terapie appositamente pensate per la prevenzione primaria nell’ambito cardivascolare. A diffondere i primi dati, confermati anche dall’Fda, è stata la pubblicazione sul Journal of the american college, confermando come spesso gli utenti siano soggetti di prescrizioni improprie rispetto tale farmaco.

I ricercatori responsabili dello studio, condotto du 68.808 pazienti con dati clinici estratti dal National cardiovascular disease registry practice innovation and clinical excellence (Pinnacle) registry, hanno dimstrato come la raccomandazione d’assunzione dell’acido acetilsalicilico sia spesso fornita anche per soggetti con rischio inferiore al 6% nei dici anni successivi, non a caso l’analisi degli storici di prescrizione tra il 2008 ed il 2013 ha svelato come ben il 12% rientrasse nell’ambito di terapie inappropriate che si è dimostrata maggiore verso le donne, 17%, rispetto gli uomini, solo 5%. Secondo le rilevazioni condotto e confermate anche dall’Fda, che ha rinnegato una richiesta di commercializzazione dell’acido acetilsalicilico per la prevenzione primaria cardiaca, la somministrazione giornaliera anche a basse dosi genererebbe rischi di sanguinamento gastrointestinale con possibile ictus emorragico associato. Si tratta di una visione mai prospettata visti i rapporti di beneficio/rischio tutt’oggi poco chiari, nelle diverse sfaccettature, offerti dal farmaco rispetto i diversi impieghi che sono oramai molteplici all’interno della medicina clinica.

L’importanza di tale studio sull’acido acetilsalicilico, validato da un’analisi parallela da parte di Women’s health con uno studio similare focalizzato esclusivamente su di un campionamento femminile, risulta primaria per i farmacisti e la distribuzione essendo il costo del farmaci particolarmente ridotto, oltre che disponibile come medicinale da banco, al punto di richiederne un utilizzo ovviamente adeguato come sottolineato dall’American heart association che ha fissato apposite linee guida nelle raccomandazioni di rischio.

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