Farmacia dei poveri, secondo Medici senza frontiere l’India rischia di perdere il primato per la produzione di farmaci generici

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L’India potrebbe perdere la “Farmacia dei poveri”. Lo sostiene Medici senza frontiere, l’associazione è convinta che i negoziati del partenariato regionale globale possano mettere in discussione la possibilità che il paese di Ghandi continui ad essere uno dei più grandi produttori di farmaci generici al mondo.

Fino a qualche anno fa l’Indian Patents Act del 1970 permetteva di produrre legalmente farmaci generici il cui principio attivo era coperto da brevetto di prodotto in altri paesi perché riconosceva solo i brevetti sui processi produttivi e non sui prodotti. Così l’industria dei generici indiani, solo modificando i metodi produttivi ha potuto fiorire e offrire cure salvavita a prezzi bassi.

Nel 2005 l’adesione al Trips (Trade related intellectual property rights) con cui l’India ha dovuto riconoscere alle aziende farmaceutiche anche i brevetti di prodotto. Il Governo ha comunque potuto inserire alcune norme a tutela della salute pubblica e garanzie di accesso ai generici a prezzi contenuti.

Ora però, una serie di disposizioni restrittive che andrebbero oltre gli obblighi dell’India nell’ambito delle norme commerciali internazionali permetterebbero alle aziende di estendere i brevetti attraverso l’evergreening, il sistema che rinnova i brevetti apportando piccole modifiche alla formulazione delle molecole.

E MSF si è mobilitato al fine di sensibilizzare il Governo indiano a porre rimedio al più presto a questo problema così da garantire ancora la “Farmacia dei poveri” e la salvaguardia di milioni di vite umane.

 

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