Terremoto sanità in Sicilia, Lucia Borsellino si dimette dalla carica di assessore nella giunta Crocetta. Dopo i problemi relativi, anche e soprattutto, ai ricorsi che hanno bloccato l’interpello del concorso straordinario per l’acquisizione delle farmacie, arriva l’irrevocabilità della decisione della Borsellino. Sul piatto della bilancia hanno pesato anche il caso della morte della piccola Nicole e i recenti scandali giudiziari che hanno travolto l’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello e la divisione di chirurgia plastica e maxillofacciale.
Questo il testo (integrale) della lettera con cui l’ex assessora ringrazia il presidente e decide di farsi da parte.
Per Crocetta è il terzo assessore che lascia nel giro di sette giorni.
Signor presidente le scrivo questa mia per rassegnarle formale le mie irrevocabili dimissioni, rimettendole il mandato che ho avuto fin qui l’onore e l’onere di aver conferito quale assessore in seno al Governo della Regione.
Questa mia determinazione, della quale mi assumo ogni e piena responsabilità, interviene a seguito di riflessione tanto meditata e di non facile maturazione, quanti sono stati per lo spirito di servizio e l’abnegazione con i quali ho accolto, e credo, condotto il prestigioso incarico da lei conferitomi.
Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’amministrazione regionale della salute.
La stessa amministrazione che, in particolare negli ultimi anni, mi ha visto chiamata in prima linea a profondere l’impegno e l’esperienza maturata, insieme a tanti altri colleghi e operatori del sistema, nel rilancio del servizio sanitario regionale.
Il senso di questo impegno, per il valore morale e civico che porta con sé, continua a pervadermi ma non mi consente, da questo momento, di onorarlo quale componente del Governo regionale.
Vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e quindi, della mia persona.
Constato con amarezza come tali accadimenti abbiano purtroppo oltremodo appesantito anche i tempi di raggiungimento di taluni obiettivi di questo governo nell’ambito della salute e dell’assistenza che costituivano i capisaldi di un programma peraltro condiviso ancora prima della nascita di questa legislatura.
Nonostante alcuni passi positivi, decisivi e strutturalmente irreversibili, siano stati compiuti, benché sulla stampa ad essi non sia stato dato adeguato riscontro, non posso mancare di evidenziare come questa intensa esperienza politica e umana, pur a fronte di difficoltà e di deluse aspettative, abbia lasciato un segno indelebile nella mia maturazione professionale e tracciato un punto di svolta nella mia vita.
Come ho avuto modo di rappresentare in più sedi istituzionali, non ultima in occasione della mia audizione nella seduta parlamentare all’Ars nel febbraio scorso, in cui ho dovuto e voluto rendere conto sul caso della morte della piccola Nicole, lascio un sistema con innegabili segni di ripresa oggettivamente documentati, perseguiti nell’ambito di un programma triennale di sviluppo e di consolidamento pattuito con i ministeri della salute e dell’economia; programma, in corso di attuazione, che deve essere rinnovato responsabilmente alla scadenza di questo triennio 2013/2015.
Sento il dovere di esprimere tale convinzione in quanto ritengo che questo strumento pattizio di programmazione costituisca elemento di garanzia e di messa in sicurezza di un percorso avviato affinché non subisca battute d’arresto e volga un miglioramento continuo a tutela della sostenibilità del sistema salute siciliano e delle prospettive di sviluppo e investimento, anche economico e sociale e di capitale umano e professionale, allo stesso connesse.
Nella sopra citata occasione ho ritenuto doveroso fare prioritariamente anche un bilancio del mio operato in questa metà legislatura, che ho rimesso ad una relazione depositata agli atti parlamentari, con la consapevolezza, sempre più matura, che il mio tempo fosse scaduto.
Ho deciso di rassegnare oggi le mie irrevocabili dimissioni, avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza decorsa del 30 giugno u.s., entro la quale il ministero della salute ha rivolto alla Regione l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a taluni adempimenti in tema di assistenza materna e neonatale che hanno visto l’assessorato da me guidato e l’interno SSR, pronti a rendere conto dei relativi interventi e attività svolte, pur essendo già da tempo autonomamente programmati.
Quindi, come annunciato nel febbraio scorso, una volta acquisite le risultanze degli accertamenti medico-legali e dell’attività di commissione congiunta Ministero-Regione-Agenas-Nas sul caso della piccola neonata, purtroppo resosi emblematico di un pregiudizio istituzionale sul funzionamento del SSR nel suo complesso, ancora prima dell’esito delle verifiche tecniche, amministrative e giudiziarie sul caso, rimette oggi formalmente il mandato conferitomi dopo aver esperito le dovute azioni correlate e conseguenti.
Considerata poi la concomitante circostanza occorsa, di cui ai recenti fatti di cronaca riguardanti il caso del primario di chirurgia plastica e maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell’intera Regione Siciliana, adombrando il lavoro di tanti operatori e professionisti che profondono quotidianamente il proprio impegno con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse pubblico.
Fatti come questi determinano altresì, in un settore come quello della sanità contrassegnato da vicende che in un recentissimo passato ci hanno consegnato l’immagine di un sistema del malaffare, un grave danno sulla capacità attrattiva del servizio sanitario regionale e, come accaduto nello specifico, di una delle più importanti aziende ospedaliere dell’isola.
Ciò non ha giovato evidentemente al “sistema pubblico palermitano” che lei stesso nelle dichiarazioni rese alla stampa definisce “un inferno”, di cui ho tentato costantemente di correggerne, contrastandole, le degenerazioni senza mai tuttavia dimenticare di rappresentare istituzionalmente “il sistema pubblico”, appunto.
Signor presidente, chiudo questa mia, ringraziandola per avermi affidato questo delicato incarico, permettendomi le superiori riflessioni con l’auspicio che inducano a scelte responsabili, assicurandole che non verrò meno certamente, indipendentemente da una decisione che investe più direttamente la mia professione e la mia vita, ad un impegno civico che cercherò di continuare ad onorare con il mio contributo anche da semplice cittadina.