Conferenza Stato – Regioni, confermati i taglia alla farmaceutica: 308 milioni

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Conferenza stato-regioni sui tagli alla sanità, raggiunto l’accordo.

È Beatrice Lorenzin, ministro della Salute a fare l’annuncio: raggiunta l’intesa per declinare i tagli previsti dalla Stabilità e in modo da «compensare il mancato incremento sul fondo senza che ci sia uno stravolgimento delle leve né dell’impianto del patto della salute».

Per il ramo farmaceutico ci sarà un taglio in payback di 308 milioni di euro. L’anticipazione della revisione del prontuario, che nel testo di aprile era fissata a giugno, non sembra comparire e un ripensamento della governance farmaceutica è rimandato a un tavolo dedicato, con anche ministeri della Salute e dell’Economia, con l’obiettivo di chiudere entro ottobre, mentre l’Aifa, sulla base della scadenza del 30 settembre, dovrebbe procedere all’iter per la revisione del prontuario.

Dall’incontro delle Regioni del mattino erano state poste alcune condizioni, ricordate da Sergio Chiamparino, presidente della conferenza delle Regioni – anche se il Veneto ha fatto sapere di essere «contrario ad ogni tipo di taglio alla sanità che non vada prima di tutto a colpire gli sprechi dove ci sono» tanto da aver fatto mancare la partecipazione alla Stato Regioni del pomeriggio: «la conferma che i fondi per il 2016 saranno 113 mld (contro i 109 del 2015), un impegno a fare una verifica sul patto della salute e a procedere a un’eventuale revisione» e rivedere anche le regole e i meccanismi dei tetti e del Pay back della spesa farmaceutica. Si tratterebbe in sostanza di rimandare a un tavolo, con l’obiettivo di chiuderlo entro fine settembre e arrivare a un’Intesa tra Stato e Regioni entro il 15 ottobre, per ripensare «sistema di finanziamento e rimborso della farmaceutica territoriale e ospedaliera».

Luigi Boggio, presidente Assobiomedica, esprime preoccupazione per «le misure che fissano un tetto di spesa per i dispositivi medici pari al 4,4%, che sono irrealistiche e porteranno al collasso della Sanità. Per non sforare il tetto ed evitare il payback la spesa in dispositivi medici dovrebbe essere abbattuta di un ulteriore 15%, quando i prezzi sono già calati del -25%, abbassando la qualità dell’assistenza sanitaria a livelli che non possono considerarsi accettabili».

 

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