Dopo il clamore della foto pubblicata sui social network ed inviata alla nostra redazione da un preoccupato cliente di una confezione di Gentalyn-Beta ri-etichettato e dopo aver rassicurato il medesimo che il mercato parallelo per l’importazione dei farmaci è legale ed esiste da molti anni, abbiamo intervistatoo il direttore commerciale della Gekofar, una delle aziende importatrici presenti in Italia e nel mercato europeo.
Dottor Stephane Buchet, il mercato parallelo dei farmaci in Euorpa è legale. Ma non crede che gli utenti finali (e quindi i pazienti) possano rimanere sfiduciati dal riconoscere un altro farmaco sotto l’etichetta di quella originale?
«Purtroppo non sempre il farmacista è al corrente della provenienza del prodotto che si trova tra le mani. Deve considerare che, solo per il mercato italiano, ci sono dieci aziende che lavorano per il mercato parallelo del farmaco, dunque l’importazione può differenziarsi. Nel caso specifico del Gentalin Beta, le posso dire che ha diversi marchi in diversi paesi europei. Le persone, tra l’altro, consumano quotidianamente prodotti del mercato parallelo (televisori, smartphone etc) e sono ben contenti di pagarli di meno. Certo il farmaco è differente, fa più paura. Posso dirle con estrema sincerità, tuttavia, che tutta la catena viene rispettata».
Non sarebbe il caso, secondo lei, istruire una campagna informativa in maniera tale da poter “tranquillizzare” l’utente finale del prodotto?
«Lo abbiamo fatto più volte. E’ stata anche istituita una associazione sia nazionale che comunitaria per dare informazioni del genere. Certo anche il farmacista, in alcuni casi potrebbe dare una mano al mercato parallelo. Anche perché campagna informative non possono essere fatte tutti i giorni. E nemmeno è possibile che al minimo accenno di polemica debbano intervenire gli agenti del nucleo antisofisticazioni e sanità dei carabinieri. Sinceramente il messaggio brutto che è passato è quello relativo al prezzo. La filiera farmacologica in Italia è molto sicura e regolamenta. E costa, ecco perché si arriva a prezzi del genere».
Quali sono i maggiori paesi, nella Comunità Europea, dai quali vengono approvvigionati i medicinali?
«E’ una stima difficilissima da fare perché il mercato parallelo cambia in continuazione. Questo è frutto anche dell’apertura globale del mercato. Un paese che oggi è florido domani può andare in difficoltà. Per le importazioni, tuttavia, dico Spagna e Portogallo. Esportazioni i paesi del nord Europa e dell’est Europa».
Il monitoraggio rispetto al parallel trade lo stima attorno al sette per cento del mercato globale farmaceutico, è un fenomeno che potrebbe crescere?
«Non credo anzi. Potrà solo avere una contrazione. Le faccio un esempio: in Germania una fetta di medicinali il farmacista deve venderli, obbligatoriamente, attingendo al mercato parallelo. Perché lo Stato ci risparmia. In Italia questo non succede. Non c’è alcun aiuto rispetto al parallel trade».
Quali vantaggi ne conseguirebbero se ci fossero aiuti?
«Le basti pensare questo: in Italia oggi, il vantaggio più grande in termini di risparmi per l’acquisto e ricavi per la vendita ce li ha il farmacista».