Si preoccupano soprattutto di allargare le incompatibilità a carico dei soci di capitale i subemendamenti all’articolo 32 del ddl concorrenza presentati alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera entro la scadenza di mercoledì scorso. Ventotto in tutto sui 400 che, da oggi, cominceranno a essere esaminati dai due gruppi della Camera nelle tre sedute congiunte già calendarizzate da qui a giovedì.
Come voleva il programma dei lavori, i subemendamenti si limitano a integrare gli interventi ufficializzati una settimana fa dai relatori, senza “ripescare” proposte già bocciate o tirarne fuori altre. Di conseguenza mancano del tutto nuove ipotesi di deregulation sulla fascia C, mentre tornano misure già viste nella prima tornata di emendamenti (quella dei 1.360) poi archiviata dal pacchetto dei relatori. Rispunta, per esempio, la richiesta di contenere la partecipazione societaria dei non farmacisti (a non più di un terzo o a meno del 50%, a seconda delle proposte) o limitare l’estensione delle catene (non più di 150 farmacie per i primi due anni). Così come torna la proposta di riservare l’amministrazione della società titolare a un farmacista iscritto all’albo, oppure nominarlo «Garante del codice deontologico» con la supervisione di tutti i provvedimenti gestionali adottati dalla proprietà.
Infine, si contano diversi subemendamenti diretti a dettagliare o rivedere le incompatibilità tra vendita del farmaco e altre attività correlate: c’è la proposta di rimuovere il divieto (fissato dai relatori) alla partecipazione societaria a carico di chi fa intermediazione del farmaco, c’è la richiesta di inserire tra la esclusioni i grossisti, c’è l’emendamento che mette al plurale il divieto nei confronti di chi pratica la professione medica (che dunque diventerebbe «le professioni mediche») e infine c’è la proposta di applicare alle incompatibilità il Regolamento Consob sulle partecipazioni correlate (in modo da far emergere e “disinnescare” incroci societari di capitale tipo scatole cinesi).
Fonte: FEDERFARMA