A pochi giorni dalla conclusione dell’iter per l’approvazione del Disegno di Legge sulla Concorrenza, abbiamo intervistato in esclusiva, Marcello Taurino, farmacista titolare di parafarmacia e rappresentante della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane (FNPI).
Dottore, quali crede possano essere i rischi, e naturalmente i vantaggi, del disegno -legge Concorrenza rispetto alla categoria dei farmacisti?
«L’ingresso del capitale e delle multinazionali, nettamente voluto dal Governo, possa far passare in secondo piano l’aspetto professionale ed assoggettare la gestione ad aspetti puramente commerciali».
Nell’ambito della discussione degli emendamenti presentati al DDL come giudica, ad ora, la posizione della Fofi?
«Come è emerso nel corso dell’audizione lascia ben sperare, si è reso disponibile al colloquio ed al confronto, anche verso i soggetti più critici. Mi fa piacere che il Sen. Mandelli, in qualità di Presidente nazionale della FOFI, abbia fatto da arbitro per risolvere le problematiche nate all’interno della nostra categoria. Penso che stia lavorando per trovare una soluzione sostenibile».
E di Federfarma?
«La dottoressa Racca spero che abbia un’unica aspirazione, quella di finire il suo ultimo mandato con dignità. Non mi piace guardare a casa altrui. Sono curioso solo di vedere, in questa fase, se tutela gli interessi di tutti i farmacisti titolari di farmacia o solo quelli di pochi. Nella vita non si sa mai: osservare con la giusta attenzione non gusta»
Ci dà la sua considerazione rispetto all’immissione di capitali nel mondo della farmacia?
«L’ingresso del capitale è semplicemente un grande favore ai grandi gruppi industriali e a pochissimi farmacisti titolari di farmacia. Non è favorire la concorrenza ma creare oligopoli.
Possiamo andare anche oltre al mondo delle farmacie, per esempio, in poche settimane questo governo ha fatto un altro regalo alle multinazionali petrolifere, sono oltre 100mila chilometri quadrati dei nostri mari letteralmente regalati alle multinazionali petrolifere, ha dato via libera a trivellazioni ovunque dall’Adriatico, al Mar Ionio, al Canale di Sicilia. Ma si può governare il paese in questo modo?».
Quali sono le responsabilità politiche relative a scelte che porteranno, di fatto, ad un cambiamento epocale nella galassia farmaceutica?
E’ difficile fare previsioni a questo punto. Nelle lussuose sale si riuniscono i grandi personaggi e decidono per tutti. Il giorno fanno finta di litigare la notte fanno gli accordi»
Come giudica l’atteggiamento della FNPI di cui fa parte?
«Direi ottimo, ottimo anche il rapporto personale con l’attuale Presidente. La nostra federazione sta cercando di risolvere la grave situazione che versa il farmacista titolare di parafarmacia. Il monito che lancia Davide Gullotta ai parlamentari alla vigilia del voto sugli emendamenti al ddl concorrenza è quello di valorizzare la nostra esperienza. Un ddl concorrenza che ci vede esclusi è assurdo. Il nostro impegno, prima di tutto, è quello di cercare di non far chiudere le circa mille parafarmacie del farmacista. Concludo nel dire che la paura persiste perché in passato siamo stati sempre traditi. Preferisco non aggiungere altro».
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti sembra orientato alla rapida “commercializzazione” ipse facto dei farmaci di fascia C lei è d’accordo? Dove vorrebbe che si vendessero?
«De Vito? Il MNLF? Vogliamo essere buoni? Se fosse per lui darebbe la fascia C anche ai titolari di parafarmacia la cui proprietà è in capo anche al non farmacista. Contento lui. A problematiche reali intende dare soluzioni che non trovano riscontri reali in altri paesi».
E in ultimo, Dottor Marcello Taurino, lei che è pugliese e che ha, nel corso della sua esperienza, avuto anche ruoli istituzionali da amministratore, come giudica la scelta del nuovo governatore Emiliano di tenere per se l’interim della sanità senza nominare un assessore? Secondo lei il presidente vuole accentrare il suo potere o tenere lontana la politica da uno dei comparti più delicati e difficili da gestire?
«Con questa domanda vuole farmi fare politica e non il farmacista. Ricordo sempre, anche a tutti i miei colleghi, che la professione è una cosa, la politica dovrebbe essere un attimino distante e non entrare sempre a gamba tesa. Comunque le rispondo anche su questo. Non ritengo francamente possibile un interim del presidente per quanto riguarda l’assessore3 alla salute. L’impegno e le difficoltà che i due ruoli comportano non può assolutamente essere racchiuso da una sola persona, per quanto capace come il nostro nuovo governatore. Non ritengo necessiti, tra l’altro, di un ulteriore accentramento di potere. Diverso il discorso di tenere la politica lontana dalla gestione della sanità. La ritengo una pia illusione. La sanità rappresenta circa l’ottanta per cento del bilancio della Regione e la non politica non può e non deve starne fuori. Tuttavia nulla vieta al governatore di nominare un tecnico di sua fiducia o meglio ancora: rinnovare e potenziare l’Ares Puglia in maniera che questa diventi un valido strumento di consulenza e di indirizzo nella gestione della sanità. Indipendentemente se la carica assessorile venga ricoperta da un tecnico o da un politico»
Dottore, l’ultima battuta e chiudiamo: è vero che in audizione in commissioni riunite alla Camera, per far meglio comprendere quanto siate stati mortificati nella professione, chiamò scherzosamente i deputati “para-onorevoli”?
«Anche noi farmacisti titolari di parafarmacia abbiamo la nostra dignità, non esiste alcuna facoltà universitaria che dia la laurea in para ingegneria o in para medicina. E’ vero feci questa battuta. E dopo un po’ di silenzio, si misero a ridere e risposero: ci chiamano anche molto peggio».