Su quasi undicimila siti web che negli Usa vendono farmaco on line, il 96% circa viola le norme di legge. Lo rivela un’indagine condotta dalla National association of boards of pharmacy (Nabp), l’associazione cui fanno capo le commissioni che nei singoli Stati gestiscono il servizio farmaceutico): il 62% non fornisce un indirizzo fisico valido, quasi il 50% offre in vendita farmaci provenienti dall’estero o non approvati dalla Fda, l’88,4% vende farmaci etici anche senza chiedere la ricetta e il 91% è riconducibile a organizzazioni che commerciano medicinali illegalmente.
«Purtroppo» è il commento con cui l’Aifa ha pubblicato i dati della ricerca sul proprio sito «è ancora molto limitata la consapevolezza del serio pericolo che si corre quando ci si affida a internet». Proprio per tale motivo, l’Agenzia «lancerà a breve una campagna di informazione a livello internazionale» assieme ai partner del progetto Fakeshare, con l’obiettivo di «sottolineare i rischi collegati all’acquisto non controllato di farmaci via web ed evidenziare gli aspetti positivi dei nuovi sistemi di sicurezza».
I medicinali contraffatti prodotti in Paesi come Russia, Cina o India, si legge ancora sul sito dell’Aifa, contengono ingredienti in quantità diversa da quella dichiarata in etichetta, spesso di scarsa qualità o addirittura tossici, «come cera per pavimenti, veleno per topi, cemento, gesso, acido borico, catrame, vernici stradali e altri materiali potenzialmente tossici». Secondo l’Alliance for Safe Online Pharmacies (Asop), organizzazione no-profit e partner di Aifa nel progetto “Fakeshare 2”, il 50% dei farmaci venduti on line è falso. Per l’agenzia statunitense di controllo dei siti internet Legitscript, invece, solo lo 0,6% delle 40.000 farmacie on line censite rispetta le norme.
Fonte: www.federfarma.it