Allarme ossicodone a Trieste. Di recente l’azienda sanitaria locale, come riportato da quellichelafarmacia (articolo in basso) ha reso noto che in città c’è stato un aumento di consumo e di dipendenza da questo farmaco che è un analgesico. Ed ha, in sostanza, la stessa percentuale di dipendenza che può dare una sostanza stupefacente come l’eroina.
Ne abbiamo parlato con il presidente di Federfarma Trieste, il dottor Vittorio Zamboni farmacista titolare di farmacia, dopo che l’associazione aveva notificato l’allerta a tutti gli associati.
«L’abuso di ossicodone è pericoloso – ha esordito Zamboni -. E non credo ci sia poca attenzione da parte dei medici di medicina generale che ne fanno prescrizioni. Anche e soprattutto perché, quando arriva una ricetta del genere in farmacia, abbiamo l’obbligo di conservarla per due anni».
Ha iniziato così il suo intervento per poi continuare: «L’asl ha notato questo massiccio aumento del consumo di ossicodone e ci ha reso partecipi della cosa. Naturalmente abbiamo informato, come da prassi, gli associati per far sì che il fenomeno sia costantemente monitorato. Ma ripeto è stato solo un atto formale. Perché non vi è dubbio che da parte nostra ci sia la massima vigilanza, soprattutto su questioni del genere».
E ancora: «Penso che al momento dovremo concentrarci anche su altri possibili modi di reperire il farmaco. Mi riferisco ad internet, al mercato nero e alla falsificazione delle ricette».
Tuttavia chiarisce: «Quando il farmacista pensa che la ricetta sia falsa ha il dovere di contattare il medico che l’ha firmata. E se dovesse capitare una cosa del genere non vedo il motivo per cui non debba farlo. Fermo restando che il caso dell’ossicodone è una cosa da tenere costantemente sotto controllo. Siamo pronti a raddoppiare la nostra già persistente vigilanza».