Sull’articolo trentadue del DDL concorrenza è stato approvato l’emendamento presentato dal parlamentare Alessandro Pagano: «Nei comuni che non superino i 6.600 abitanti, le farmacie che sono soprannumerarie per decremento della popolazione potranno trasferirsi in ambito regionale».
Ecco la chiave di lettura di Mario Flovilla, presidente Federfarma Avellino e presidente regionale Sunifar (Sindacato Unitario Farmacie Rurali).
Dottore come vede l’approvazione di questo emendamento?
«Lo giudico in maniera positiva. Penso sia stato fatto proprio per salvaguardare il presidio delle farmacie rurali».
Ci spieghi meglio.
«La questione è molto semplice. Se ci sono più farmacie in un paese piccolo, è giusto che si dia la possibilità all’apoteka sopra numeraria di trasferirsi altrove. Una piccola comunità non dà certo le garanzie economiche di bacini demografici più ampi. E’ palese».
Quindi pensa sia positivo poter, per così dire, “andare via”?
«Non si tratta di andare via. Si tratta di sopravvivere. Le farmacie rurali, come struttura societaria e oneri di pagamenti, hanno gli stessi obblighi delle farmacie di città. Non vedo per quale motivo debbano sopperire ad una legge di mercato che fino a ieri le costringeva a non potersi muovere».
E sulla fascia C?
«Tali farmaci sono rimasti giustamente in farmacia. Lo stato si è reso conto di non poter gestire da solo il servizio farmaceutico e ha demandato, negli anni, questo compito alle farmacie. Le chiacchiere che sono state fatte attorno ad una simile liberalizzazione erano solo e soltanto strumentali. In pratica si è discusso del nulla».
Novità incoraggianti dunque?
«Il nostro impegno è volto sempre a salvaguardare la perpetuazione della professione del farmacista. E alla sopravvivenza delle farmacie».