I risultati dell’analisi intermedia dello studio INPULSIS-ON dimostrano che:
- nintedanib mantiene costantemente nel tempo l’effetto positivo di rallentamento della progressione della malattia, in termini di variazione della capacità vitale forzata rispetto al basale, per un periodo di oltre 2 anni;
- La terapia di lungo termine con nintedanib si è dimostrata maneggevole in termini di sicurezza e tollerabilità (esposizione media di 2,4 anni, esposizione massima di oltre 3 anni);
- Il beneficio di nintedanib nel rallentare la progressione della malattia non viene influenzato dalle terapie concomitanti normalmente impiegate, quali, ad esempio, antiacidi o steroidi sistemici.
I risultati di un’analisi intermedia dello studio clinico di prosecuzione INPULSIS-ON confermano l’efficacia e la sicurezza di nintedanib osservate negli studi INPULSIS.
Questi risultati sono stati presentati in occasione del Congresso Internazionale 2015 della European Respiratory Society (ERS 2015) e confermano che nintedanib ha un’efficacia di lungo termine nel rallentare la progressione della fibrosi polmonare idiopatica (IPF) con effetti collaterali gestibili. Questi nuovi risultati sono importanti, visto che la IPF è una malattia progressiva, che mette a rischio la vita di chi ne è colpito e richiede una terapia di lungo termine.
I risultati dell’analisi intermedia dello studio INPULSIS®-ON dimostrano che la variazione rispetto al basale della capacità vitale forzata (FVC) a 48 settimane, nei pazienti che hanno continuato la terapia con nintedanib nello studio clinico di prosecuzione, è stata paragonabile a quella osservata nelle 52 settimane dei trial INPULSIS®, fornendo ulteriori evidenze, del fatto che nintedanib mantiene nel lungo periodo l’effetto positivo di rallentamento della progressione della malattia.
“I risultati presentati sull’efficacia e sicurezza di nintedanib sono estremamente confortanti per quanto riguarda gli esiti di lungo termine della terapia con questo farmaco e il suo effetto di rallentamento della progressione della malattia” – ha commentato Luca Richeldi, Professore di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Southampton – “Questi risultati aggiungono ulteriore peso al corpus delle già notevoli evidenze, che dimostrano come nintedanib sia una terapia efficace e tollerabile per il trattamento della IPF. Per gestire bene la fibrosi polmonare idiopatica è fondamentale che i medici spieghino ai loro pazienti cosa aspettarsi dalla terapia e quale sia il trattamento più adatto, per avviare la cura al più presto e affinché il paziente la continui il più a lungo possibile”.
Principali risultati dell’analisi intermedia dello studio INPULSIS®- ON
INPULSIS®-ON è uno studio in aperto, a singolo braccio, a cui ha aderito oltre il 90% dei pazienti con IPF che hanno completato gli studi INPULSIS® e soddisfatto i criteri di inclusione per la prosecuzione in aperto con nintedanib.
Nello studio di prosecuzione INPULSIS®-ON i pazienti che negli studi clinici INPULSIS® erano nel gruppo a placebo hanno iniziato per la prima volta la terapia con nintedanib, mentre quelli che già lo assumevano negli studi INPULSIS, lo hanno continuato. L’efficacia di nintedanib, in termini di variazione mediana rispetto al basale della FVC alla settimana 48, riscontrata nel trial INPULSIS®-ON, è stata paragonabile a quella osservata nella settimana 52 dei trial INPULSIS®:
- In INPULSIS®-ON: -87 mL per tutti i pazienti; -96,4 mL per i pazienti che hanno continuato la terapia con nintedanib in questo trial di prosecuzione; e -73,1 mL per i pazienti che hanno assunto nintedanib per la prima volta;
- In INPULSIS® (dati aggregati): -88,9 mL (nintedanib) contro -203,0 mL (placebo).
I risultati dell’analisi confermano l’effetto positivo di nintedanib nel rallentare la progressione della malattia e ne confermano l’efficacia nel lungo termine. Inoltre, con la terapia di lungo termine con nintedanib in INPULSIS®-ON, non sono state evidenziate nuove segnalazioni relative al profilo di sicurezza. Gli eventi avversi più frequenti sono stati di natura gastrointestinale, con diarrea, che ha riguardato il 64% dei pazienti, ma solo nel 5% dei casi ha comportato l’interruzione della terapia.
Effetto di nintedanib su una vasta gamma di pazienti con IPF**
Nel corso dell’ERS 2015 sono stati presentati anche i risultati di nuove analisi per sottogruppo dei trial INPULSIS® che hanno valutato se nintedanib abbia avuto la stessa efficacia nei pazienti con IPF, indipendentemente dal fatto che assumessero che al momento dell’arruolamento altre terapie concomitanti con antiacidi e corticosteroidi.
Gli antiacidi sono una terapia spesso assunta dai pazienti con IPF per gestire il reflusso gastroesofageo (GERD), una malattia frequente nei pazienti con questa patologia, e ritenuta un fattore di rischio per la progressione della IPF e delle sue riacutizzazioni. Talvolta, i pazienti con IPF sono trattati anche con bassi dosaggi di corticosteroidi (ad esempio prednisone) e, pertanto, anche soggetti in terapia con questi farmaci sono stati reclutati negli studi INPULSIS®.
I risultati di queste analisi confermano che la concomitante terapia con questi farmaci al basale non ha influenzato l’effetto positivo di nintedanib sul declino annuo della FVC.
I risultati di queste due analisi costituiscono ulteriori evidenze dell’efficacia di nintedanib nel rallentare la progressione della malattia in una vasta tipologia di pazienti con IPF.
Gli studi clinici di Fase III INPULSIS® su nintedanib*
Questi studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo, che hanno coinvolto 1.066 pazienti in 24 Paesi, hanno valutato l’effetto di nintedanib, 150 mg due volte/die, per os, sul tasso annuo del declino della capacità vitale forzata (FVC), in pazienti con IPF, per 52 settimane. Gli studi hanno avuto identico disegno, criteri di inclusione, endpoint e dosaggio. L’endpoint primario è stato il tasso annuo di declino della FVC. Gli endpoint secondari più importanti sono stati: variazione, rispetto al basale della qualità di vita correlata allo stato di salute, valutata con il questionario Saint-George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ), e il tempo intercorso sino alla comparsa della prima riacutizzazione grave di IPF.
Principali risultati:
- Nintedanib ha rallentato la progressione della fibrosi polmonare idiopatica, riducendo del 50% il declino annuo della funzionalità polmonare rispetto a placebo;
- Nintedanib, nell’analisi dei dati aggregati, ha ridotto del 68%, in maniera significativa il rischio di riacutizzazioni gravi aggiudicate. Questo è un aspetto di vitale importanza, visto che circa il 50% dei pazienti ricoverati per una riacutizzazione grave di IPF decede durante il ricovero;
- C’è stato un significativo beneficio di nintedanib, rispetto a placebo, nel punteggio totale SGRQ in INPULSIS®-2, ma nessuna differenza significativa fra i gruppi in INPULSIS®-1.
In entrambi gli studi INPULSIS®, gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale, di grado lieve o moderato, generalmente gestibili e raramente hanno comportato l’interruzione del trattamento.
La percentuale di pazienti con eventi avversi gravi è stata simile in tutti i gruppi.
L’evento avverso più frequente nei gruppi in terapia con nintedanib è stata la diarrea, riferita nel 62% dei casi, contro il 19% (INPULSIS®-1) e nel 63%, contro il 18% (INPULSIS®-2) dei pazienti, rispettivamente nei gruppi nintedanib e placebo. Meno del 5% dei pazienti nei bracci di terapia con nintedanib in INPULSIS®-1 e INPULSIS®-2 ha interrotto il trattamento per questa ragione.
L’estensione in aperto nel trial INPULSIS®-ON
I pazienti che hanno completato il periodo di trattamento di 52 settimane e 4 settimane di follow-up nei trial INPULSIS® sono stati invitati a continuare nintedanib* in aperto, come estensione di studio, per valutare la sicurezza e la tollerabilità di lungo termine di nintedanib. Il trial INPULSIS®-ON (Identificativo studio clinicaltrial.gov NCT01619085) ha incluso 734 pazienti ed è tuttora in corso.
Nintedanib
Nintedanib è un inibitore di tirosin-chinasi a piccola molecola, sviluppato da Boehringer Ingelheim come terapia della Fibrosi Polmonare Idiopatica (FPI). Nintedanib®, una capsula due volte al giorno, rallenta la progressione della malattia, riducendo il deterioramento annuo della funzionalità polmonare del 50%, in una vasta gamma di pazienti affetti da IPF, tra cui quelli con malattia in fase precoce (FVC >90% del predetto), fibrosi limitata (assenza di ispessimento interstiziale a nido d’ape o honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione (HRCT) e pazienti con enfisema. Gli effetti collaterali di nintedanib possono essere efficacemente gestiti nella maggior parte dei pazienti.
Nintedanib lega, inibendoli, i recettori del fattore di crescita che hanno dimostrato di essere coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare, soprattutto il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR). Bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici, nintedanib rallenta il declino della funzionalità polmonare e la progressione della fibrosi polmonare idiopatica.
Approvazioni ottenute da nintedanib*) al 31 agosto 2015
- La FDA ha approvato nintedanib per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (FPI) il 15 ottobre 2014;
- La Commissione Europea ha approvato nintedanib per il trattamento della IPF il 15 gennaio 2015;
- L’autorità canadese Health Canada ha approvato nintedanib® per il trattamento della IPF il 25 giugno 2015;
- Il Ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare del Giappone ha approvato nintedanib per il trattamento della IPF il 3 luglio 2015;
- L’autorità svizzera Swissmedic ha approvato nintedanib per il trattamento della IPF e per rallentare la progressione della malattia, il 13 agosto 2015.
Ufficio stampa: Boehringer Ingelheim