L’esame dell’aula di Montecitorio è terminato. Il Disegno di legge per la concorrenza è stato votato con 269 voti favorevoli e 168 contrari.
Per la filiera del farmaco, alla fine c’è una sola novità: l’ingresso dei capitali. Perché i farmaci di fascia C non si muovono dalle dispense delle apoteke. E non approdano, come tanto sperato dai titolari, nelle parafarmacie.
Ieri sono stati messi al voto tutti gli emendamenti presentati all’articolo 32, quello riguardante la filiera appunto, è sono stati respinti tutti dalla maggioranza. In blocco. Non ne è passato nemmeno uno.
Addirittura Lara Ricciatti, parlamentare Sel, aveva chiesto in Aula che l’articolo fosse soppresso. Cosa che non è successa. Ora il disegno di legge approderà nell’aula del Senato per la votazione definitiva.
La votazione che sancirà, di fatto, l’ingresso del capitale nella filiera del farmaco.
Così Giulia Grillo
Fascia C in farmacia, via libera ai capitali, così la parlamentare Giulia Grillo del Movimento cinque stelle:
Nel Ddl concorrenza i partiti della maggioranza hanno deciso di vietare la vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati. Si tratta di una decisione assurda ma perfettamente motivabile: le pressioni e connivenze tra la potente lobby del farmaco e Governo e Pd hanno sortito l’effetto desiderato, che va contro i principi di liberalizzazione e concorrenza nel settore in questo mercato. Non bastasse, il Governo piazza il colpo di grazia al comparto concedendo a un competitor potente come le società di capitali la possibilità di acquistare farmacie. La conseguenza sarà un mercato dal regime concorrenziale totalmente squilibrato e a rischio di cannibalizzazione. Questa sera c’è chi brinderà a un’operazione che fa solo il bene di alcuni, ma non dei farmacisti nel loro complesso e dei cittadini.
Il voto contrario della maggioranza rispetto alla possibilità di liberalizzare i farmaci di fascia C – quelli che hanno bisogno di prescrizione medica – ha un profilo totalmente corporativistico. Non si spiega altrimenti il ‘no’ alla possibilità di aprire a una maggiore competizione sul prezzo di quei prodotti, che avrebbe avuto ricadute positive sulle tasche dei cittadini e fatto espandere il mercato in termini, secondo Altroconsumo, di almeno 500 milioni all’anno.
In compenso, la non applicazione del patent linkage, che noi abbiamo chiesto, fa un bel favore alle case farmaceutiche e Governo non interessa che questa decisione determinerà mancati risparmi per 230 milioni nel 2015 e circa 700 dal 2015 al 2020.
Niente da fare: quando ci sono da tutelare i poteri forti Governo e Maggioranza procedono a passo spedito. Se invece vanno promossi e tutelati gli interessi comuni, c’è sempre una buona scusa dietro l’angolo.
Così Lara Ricciatti
Discussione in aula a Montecitorio sugli emendamenti al DDL Concorrenza nella galassia farmaceutica. La maggioranza ha tenuto e gli emendamenti sono stati tutti respinti.
Sull’ingresso del capitale nella filiera del farmaco sono stati 288 i voti contrari, 146 quelli favorevoli. E sono stati appassionanti gli interventi dell’onorevole Lara Ricciatti di Sel su entrambe le questioni aperte.
Per quanto attiene infatti alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C da poter vendere anche nelle parafarmacie, così è intervenuta: «Le parafarmacie sono un ibrido creato dal partito democratico. Ora non si capisce il motivo per cui non si vuole liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C. E’ una cosa inconcepibile anche perché questa sarebbe la vera concorrenza. E cioè tra soggetti alla pari e non con disparità».
168 favorevoli, 279 contrari: archiviata la possibilità che i farmaci di fascia C possano uscire dalla farmacia.
Ed ecco sull’ingresso del capitale, l’intervento della Ricciatti: «La nostra intenzione è quella di sopprimere completamente l’articolo trentadue. Non è né giusto né equo. Facendo in questo modo si consegna l’apparato farmaceutico italiano nelle mani delle multinazionali. L’industria farmaceutica sarà nelle mani anche di persone che non hanno la laurea in farmacia. Insomma, una cosa inconcepibile».