Intervista a Annarosa Racca presidente Federfarma
Dottoressa come giudica le innovazioni che il governo vuole apportare alla filiera del farmaco attraverso l’approvazione del DDL Concorrenza?
L’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie è già una realtà in molti altri Paesi europei. Si tratta di introdurre elementi di garanzia e di trasparenza che rendano questa novità sostenibile dal sistema, in modo da non penalizzare l’attuale servizio farmaceutico offerto ai cittadini. Elementi di garanzia sono stati introdotti dalla Camera, come le incompatibilità e l’obbligo di inserire le società in appositi albi.
Quanto pensa che conterà il peso specifico del sindacato quando e se entreranno i capitali nella filiera?
Il sindacato sarà ancor più presente nei prossimi anni. Il sindacato guiderà la farmacia ad integrarsi sempre più nel SSN, a mantenere il ruolo pubblico del servizio, così come sostenuto dal ministro e dal parlamento. Il sindacato dovrà garantire il controllo sui soggetti che entreranno nella proprietà delle farmacie e continuerà a livello parlamentare, governativo, regionale, provinciale e locale a tutelare il servizio farmaceutico.
Secondo Lei, il farmacista titolare deve essere spaventato dall’ingresso del capitale o deve agevolarlo e trarne profitto laddove sia possibile?
Questo è un cambiamento epocale ma anche una grande sfida e dobbiamo prepararci a guardare con fiducia al futuro. Tutto il mondo sta cambiando e con esso anche la farmacia. È importante cogliere le opportunità del cambiamento, come peraltro la farmacia ha sempre saputo fare in questi anni densi di cambiamenti e di provvedimenti di deregulation, dalla liberalizzazione della vendita di farmaci senza ricetta a quella degli orari. L’ingresso del capitale, se ben diretto e compensato da elementi di garanzia, potrà favorire l’immissione nel settore di nuove risorse e nuovi stimoli per rilanciare il ruolo della farmacia.
L’indebitamento che alcune farmacie hanno nei confronti dei distributori farmaceutici e dei fornitori, è un viatico per la cessione?
Voglio ricordare ai colleghi che Credifarma, così come ha fatto negli anni passati, potrà dare un supporto fondamentale alle farmacie in questa fase di grande cambiamento e ci sono nuove proposte che Credifarma sta portando sul territorio.
E’ d’accordo con le parole del dottor Tobia secondo il quale l’ingresso del capitale potrebbe portare al riciclaggio da parte di organizzazioni criminali (Alle quali hanno fatto eco le parole del procuratore della repubblica di Salerno, Corrado Lembo)?
Proprio in quest’ottica abbiamo chiesto che venissero introdotti elementi di garanzia e trasparenza quali incompatibilità e trasmissione dello Statuto delle società e variazioni della compagine sociale alla Fofi, alla Regione, alla ASL.
Sente il peso delle polemiche da parte dei farmacisti titolari di parafarmacia che si sono battuti per evitare che la fascia C resti solo nelle farmacie?
In questo periodo le polemiche si sono fatte particolarmente accese e aggressive. Sono state lanciate accuse anche personali sia a rappresentanti di Federfarma sia a parlamentari che hanno difeso l’efficienza del servizio farmaceutico, nell’interesse dei cittadini. Sono stati anche stati utilizzati dati privi di qualunque fondamento, con l’obiettivo di disorientare l’opinione pubblica. Non è corretto spingere una proposta che avrebbe avuto effetti negativi sui cittadini sparando numeri e cifre a casaccio, promettendo la creazione di 3.000 nuove imprese con 7.000 nuovi occupati e 500 milioni di risparmi per i consumatori: questo significa solo prendere in giro la politica e i cittadini. Un reale e concreto incremento di occupazione qualificata si avrebbe dando la possibilità alle farmacie di erogare tutti i medicinali del SSN, anche quelli oggi dati in distribuzione diretta, e di fornire nuovi servizi. Calcolando un dipendente in più a farmacia, avremmo 18.000 nuovi posti di lavoro.
Peraltro voglio anche ricordare che i farmacisti titolari di parafarmacia hanno partecipato ai concorsi straordinari con punteggi di favore. Dietro alle polemiche vedo piuttosto l’ombra di gruppi commerciali e della distribuzione organizzata, soggetti interessati a portare la ricetta fuori farmacia.
Lei è la presidente di Federfarma, si sente di dire che oggi l’associazione è coesa verso un solo obiettivo?
Sì certamente. Nell’ultima Assemblea abbiamo registrato la volontà comune e unanime di lavorare, da una parte per difendere il ruolo della farmacia, dall’altra per costruire un futuro sostenibile per tutti i Colleghi. Proprio l’unità della categoria è stato l’elemento che ci ha consentito in questi anni di raggiungere obiettivi importanti. Sono nell’interesse del cittadino la salvaguardia e il rilancio del servizio farmaceutico,
Se sì, quale è l’obiettivo del lavoro della Federazione?
L’obiettivo di Federfarma è una farmacia capace di affrontare le sfide del futuro e sempre più integrata nel SSN, pronta a mantenere il ruolo sociale e sanitario legato alla dispensazione dei medicinali e a soddisfare le esigenze di salute dei cittadini che, al crescere dell’età media e quindi della cronicità, sono sempre più articolate e complesse.
Come vede Federfarma da qui a due anni?
Stiamo lavorando attivamente sul presente ma siamo già impegnati anche per costruire la Federfarma del futuro, un’organizzazione in grado di supportare le farmacie sia con strumenti operativi sia con iniziative e campagne di forte valenza sociale e sanitaria. Delineeremo un progetto complessivo e adotteremo strumenti per adeguarci al nuovo contesto e fondamentale sarà la nuova convenzione con il SSN.