Liberalizzazione dei farmaci di fascia C, Conad ci mette la faccia. E in attesa del Ddl concorrenza, allo studio in Senato – così com’è concepito lascerebbe la categoria appannaggio della sola farmacia –, lancia la campagna “Liberalizziamoci” al fine di coinvolgere i cittadini e sensibilizzare il governo ad un cambio di rotta.
Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese.
Cosa significa per Conad liberalizzare i farmaci di fascia C permettendone la vendita anche nelle parafarmacie?
E’ una richiesta che nasce per consentire ai cittadini di risparmiare, così come è accaduto con la prima liberalizzazione che ha reso disponibili i farmaci senza obbligo di ricetta medica e i farmaci di automedicazione anche nelle parafarmacie.
Inoltre siamo perché ai farmacisti che operano nelle parafarmacie sia riconosciuta la stessa dignità professionale di quelli che prestano servizio nelle farmacie private, perché entrambi sono iscritti al medesimo Albo, hanno la medesima professionalità e sono guidati nell’agire quotidiano dal medesimo codice etico. Entrambi si preoccupano, allo stesso modo, della salute dei cittadini: non comprendiamo, dunque, per quale motivo debba essere mantenuta una tale distinzione.
La posizione di Federfarma, in merito alla fascia C, è nota a tutti. E dalla sede centrale del sindacato dei farmacisti sembra già essere arrivato l’anatema per Conad. Come vi difenderete?
Federfarma difende gli interessi di pochi contro l’interesse di tanti. Al punto che sono pochissime la farmacie – il 12,8 per cento, riporta Altroconsumo – che, nonostante la legge 24 del 2012 lo consenta, praticano sconti sui prezzi dei farmaci. Vengono in tal modo mantenute condizioni di privilegio che non tornano certo a vantaggio dei cittadini.
Non siamo interessati a mettere in discussione il ruolo della farmacia e dei farmacisti, bensì ad offrire nuove opportunità di risparmio a tutte quelle persone che scontano pesantemente i tagli alla sanità e la congiuntura economica. Ricordo che sono oltre 410 mila le persone indigenti assistite da 1.576 enti convenzionati con il Banco farmaceutico. Persone che non possono spendere più di 16 euro al mese per curarsi, 11 dei quali per i farmaci.
Una multinazionale come Conad, che ha argomentato i motivi della campagna, non rischia di essere poco credibile se afferma: «Lo facciamo solo perché così i farmaci costeranno di meno»?
Conad è una impresa cooperativa di tremila imprenditori indipendenti associati. E’credibile nei fatti, nel servizio offerto e nella convenienza che riserva ai propri clienti. La diffusione – per quanto ancora limitata – delle nostre parafarmacie amplia l’offerta di prodotti per la cura e la salute, grazie ad un presidio del territorio e ad orari ampliati rispetto alla farmacia, senza per questo rinunciare all’assistenza quotidiana di più farmacisti abilitati all’esercizio della professione.
E la marcia indietro di Coop che aveva fatto delle liberalizzazioni quasi una missione e ora compra le quote delle farmacie comunali?
Questa credo sia una domanda da rivolgere a Coop, perché non sono certo in grado di rispondere per loro. L’apertura delle farmacie ai capitali consentirà la nascita delle catene di farmacie all’interno di un monopolio – così come è già accaduto con l’acquisizione delle farmacie comunali di Milano e Bologna – e porterà questo modello ad espandersi a macchia d’olio in tutte le regioni italiane. Un modello destinato a non recare alcun vantaggio ai farmacisti; meno che meno ai cittadini.
Crede che le parafarmacie possano essere definite come la negazione dei principi di un partito politico come il PD?
Non comprendo il senso della domanda. Conad parla un’unica lingua: la convenienza per i cittadini e il riconoscimento di pari dignità tra il farmacista che mette la propria professionalità al servizio della parafarmacia e il farmacista che opera nella farmacia privata. Due professionisti al servizio della salute del cittadino, con modalità, professionalità e impegno identici.
Anche la posizione di PierLuigi Bersani stona con quella del suo partito che ha votato in blocco la permanenza della fascia C nelle farmacie. Si stanno difendendo interessi dei quali si fa finta di non essere a conoscenza?
Ottima domanda… da rivolgere a Bersani. Per i motivi che ho appena detto.
In ultimo, la campagna di Conad non va solo a favore delle parafarmacie di sua proprietà ma anche di tutte le altre presenti sul territorio nazionale. Se dovesse andare in porto, oltre che un successo morale per l’azienda, sarà l’inizio della nuova era di gestione di una farmacia e dell’essere farmacista?
Conad chiede che i farmaci di fascia C siano liberalizzati, per tutte le parafarmacie. Le 100 che abbiamo attive sono di proprietà di altrettanti soci imprenditori e riconfermano – ce ne fosse ancora bisogno – il vantaggio economico di cui possono usufruire i cittadini e non una catena della grande distribuzione o altri ambiti. Ogni diverso atteggiamento, ogni diversa “spinta” corporativa la lasciamo ad altri: a noi non interessa e non ci compete.
Questa battaglia tra “titani”, lobby del farmaco e lobby della grande distribuzione, secondo me, come ho sempre sostenuto, confermano una cosa: Che Titolari e Federfarma, finora, hanno sbagliato completamente strategia, alleati, e nemici.
L’ossessione di voler chiudere ai loro colleghi “non titolari” e giovani laureati, che avrebbero dovuto essere i loro migliori alleati in questa battaglia, ha spalancato le porte ad un assedio MOOOLTO più pericoloso: quello della GDO.
E’ un assedio potente e determinato, che si rinnova anno dopo anno, e che prima o poi raggiungerà lo scopo, quando troverà un Governo che sta dalla sua parte, e che aprirà tutto a tutti.
Se invece Federfarma avesse scelto il male minore, l’uscita della Fascia C per le Parafarmacie, dove operano loro colleghi Farmacisti, sarebbe stata stata una perdita accettabile e indolore (un raffreddore contro una polmonite, al confronto) e sarebbe venuto meno l’appiglio principale della GDO, che rivendica, questo si giustamente, la fine di un monopolio per una categoria di professionisti che non può esercitare la propria professione.
Federfarma si è ostinata, in modo miope, a recintare il proprio orticello e pensare di mantenerlo intatto e ordinato, mentre intorno a loro cambiava il mondo: Crisi economica, perdita di posti di lavoro e di diritti, esplosione della povertà…
Possibile pensare che per loro non cambiasse niente? E’ un muro che piano piano perde pezzi.
E gli UNICI che potevano aiutare, i colleghi Farmacisti, con i quali compattamente avrebbero potuto far fronte a tutto ciò (senza Farmacista non si apre neanche dentro una GDO !), li hanno incattiviti e fatti diventare nemici!
Complimenti, grandi strateghi!
[…] forti e potenti in Italia. E’ stato uno degli attori di filiera che ho intervistato per primo (ottobre 2015), è persona accorta, intelligente e fa bene il suo […]