Con un rapporto spesa sanitaria-Pil al 9,1%, l’Italia è al terz’ultimo posto nella classifica dei Paesi dell’Europa a 15, davanti soltanto a Irlanda e Spagna. E’ la fotografia che arriva dall’ultimo Rapporto Meridiano Sanità di The European House – Ambrosetti. Nell’Ue, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil si assesta in media sul 10,3%, con alcuni Stati (Paesi Bassi, Francia e Germania) nettamente al di sopra: per spesa procapite, in particolare, i Paesi Bassi si piazzano al primo posto con 3.915 euro, davanti ad Austria (3.679 euro) e Germania (3.624 euro). Sono sei invece i Paesi che si fermano sotto la media: tra questi Regno Unito (2.494 euro procapite), Italia (2.355 euro), Grecia e Portogallo (con una spesa inferiore ai 2mila euro).
Per gli esperti di Meridiano Sanità, l’erosione subita dalla spesa sanitaria pubblica nel nostro Paese ha innescato effetti palpabili. In sostanza è stata «compromessa la capacità di risposta ai bisogni di salute», come testimoniano i tassi di copertura vaccinale e degli screening, il consumo di farmaci innovativi e i posti letto per pazienti cronici. «Se non adeguatamente affrontate» si legge non a caso nel Rapporto «le criticità riscontrate rischiano di compromettere anche lo stato di salute futuro della popolazione».
Le contromisure? Per Meridiano Sanità si deve tornare ad investire nel Ssn, perché «mantenere elevati livelli di salute e qualità della vita costituisce un elemento imprescindibile per lo sviluppo e la crescita economica del Paese». Nello specifico, occorre puntare su prevenzione e innovazione, cosa che finora è stata fatta molto poco: «La spesa in prevenzione» ricordano gli esperti «è stata nel 2013 di 4,9 miliardi di euro, pari al 4,19% del totale; rispetto all’obiettivo del 5%, significa un sottofinanziamento di circa un miliardo». All’evento organizzato a Roma per presentare il Rapporto era presente per Federfarma Gioacchino Nicolosi, vicepresidente nazionale della Federazione.
fonte: FEDERFARMA