Su proposta del Consiglio di amministrazione della Fondazione, il Consiglio Nazionale, tenutosi in data 24 e 25 novembre 2015, ha approvato, all’unanimità, il Bilancio di previsione 2016, il Bilancio tecnico al 31.12.2014, la modifica all’art. 21 del Regolamento, nonché il nuovo Regolamento di assistenza.
Inoltre, nel corso della seduta, è stato dedicato ampio spazio alla presentazione dell’ipotesi di riforma della previdenza di Categoria, frutto dei lavori della Commissione all’uopo istituita e coordinata dal Prof. Alberto Brambilla che ne ha illustrato i contenuti; è stato poi presentato e approvato il Regolamento di assistenza, scaturito dall’attività della relativa Commissione, sempre nominata dal Consiglio di amministrazione.
Il citato Regolamento di assistenza, che potrà entrare in vigore solo successivamente all’approvazione da parte dei Ministeri Vigilanti, innova molti istituti introducendo, tra l’altro, temi del welfare allargato, tra cui l’assistenza sanitaria integrativa e la Long Term Care, rivolti alla totalità degli iscritti indipendentemente dalla condizione di bisogno, condizione quest’ultima richiesta tradizionalmente per le prestazioni strettamente assistenziali.
Nel contempo, senza oneri contributivi a carico degli iscritti, è stato elevato da 5 a 7 anni il periodo massimo per poter beneficiare della riduzione contributiva o del contributo di solidarietà in caso di disoccupazione temporanea ed involontaria; anche in questo caso, la disposizione per divenire operativa avrà bisogno del placet ministeriale.
“Nell’arco di soli 4 mesi, con l’estate, è stato compiuto – osserva il Presidente dell’Enpaf, Emilio Croce – un lavoro intenso che si è proficuamente articolato grazie all’impegno profuso dai componenti le commissioni e dai tecnici. Anche a nome del Consiglio di amministrazione, esprimo un particolare ringraziamento al Consiglio Nazionale che ha apprezzato e condiviso il lavoro presentato. Mi permetto soltanto di precisare che l’Ente era, è, e sarà sempre presente rispetto ai bisogni e le nuove esigenze degli iscritti”.
“Siamo convinti – conclude Croce – che ora, se la professione intende realizzare la riforma della previdenza, è necessario che esprima, nelle sue componenti, le proprie posizioni senza se e senza ma, anche alla luce della possibile evoluzione normativa nel settore con l’introduzione delle società di capitali. Quello che è certo è che l’Ente ha la forza e la capacità di dare risposte complessive e concrete, come ha dimostrato l’apprezzamento unanime del Consiglio Nazionale, tenuto per di più conto che, proprio nel Regolamento di assistenza, al di là del progetto di riforma previdenziale, vi sono tutte le risposte anche per soddisfare le situazioni di bisogno economico per gli iscritti che svolgono attività di lavoro precario”.