Fresco di nomina per il prossimo triennio alla presidenza di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, ha già bene in mente quali saranno gli obiettivi tra il 2016 e il 2018, da raggiungere. E rispetto ai quali non c’è possibilità di tirarsi indietro.
Dottore, complimenti per la riconferma, quali sono i lavori da mettere in atto adesso?
«Più che da mettere in atto, i lavori sono da continuare. Sia a livello nazionale che a livello regionale. Credo che una delle cose importanti da fare sia dare la possibilità alle farmacie di rimanere indipendenti dall’ingresso del capitale. Creare, quindi, le opportunità affinché il farmacista resti sempre e comunque un professionista. Federfarma crede fermamente nell’indipedenza della farmacia, un’indipendenza che deve essere libera dalle spinte di interessi economici di terzi, che nulla hanno a che vedere con la professione del farmacista. In quest’ottica l’idea è un sistema di rete che debba tenere unite tutte le farmacie, magari coordinato a livello nazionale proprio da Federfarma. Certo anche il mantenimento della fascia C è un problema che bisogna valutare. Proprio per questo, nei prossimi giorni, avvieremo delle campagne di sensibilizzazione per far sentire la nostra voce e rafforzare ruolo sociale e professionale del farmacista».
E sul fronte regionale?
«Ritengo sia necessaria che stato e regione prendano in considerazione la necessità di sostentamento delle farmacie che sono in grosse difficoltà. E’ giunta l’ora di istituzionalizzare la farmacia dei servizi».
In tutta franchezza, dottore, lei si trova ad operare su uno dei territori più caldi d’Italia e non solo per l’aspetto climatico
«Beh, questo è un dato incontrovertibile. Rispetto al quale, soprattutto in termini di sicurezza, chiederemo al nuovo prefetto di Palermo che vengano istituite delle misure di prevenzione e repressione all’opera della malavita organizzata in termine di rapine e furti alle farmacie».
E’ tema caldo, proprio dell’ultimo periodo, la questione relativa all’apertura di farmacie per effetto del concorso straordinario e contestuale difficoltà economica, richiesta di concordati e fallimenti per le vecchie farmacie. Che idea si è fatto?
«Che il concorso straordinario sia stata la più grossa presa in giro del governo Monti. Per quanto attiene alla regione Sicilia, il concorso non è ancora terminato e l’effetto della crisi ha già fatto abbassare le serrande a quattro farmacie a Palermo. E altre chiuderanno nel 2016. Inoltre il concorso straordinario era stato presentato come linfa per i giovani, in realtà chi ha partecipato in forma associata o è già proprietario e titolare di farmacia o è professore universitario e sicuro nessuna delle due figure che ho citato ha il requisito della giovinezza».
Dottore in conclusione, crede sia il 2016 l’anno decisivo per il futuro della filiera del farmaco?
«Senza dubbio l’approvazione del DDL concorrenza sarà fondamentale. Penso che sarà l’anno della svolta solo se si considerano due aspetti fondamentali: una remunerazione che renda credibile la professione del farmacista, e l’organizzazione di strutture necessarie a restare liberi e indipendenti dall’ingresso del capitale».