Spesa farmaceutica, Scaccabarozzi: governance da «raddrizzare»

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sistema di governance della spesa farmaceutica pubblica presenta «storture» da raddrizzare rapidamente, perché ormai il ripiano dello sfondamento costa alla filiera «qualche miliardo di euro». E’ l’allarme lanciato ieri da Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, a margine del convegno organizzato a Roma con l’Aifa su ricerca clinica e nuove sfide europee. «Sono comunque ottimista» ha continuano Scaccabarozzi «perché il problema del pay-back grava sul sistema da 10 anni e finora non se n’era mai parlato. Ora invece vedo che le istituzioni per la prima volta ne discutono e cercano soluzioni». La volontà quindi c’è, ha continuato Scaccabarozzi, e qualche intervento avrebbe potuto addirittura finire nell’ultima Legge di Stabilità, «se non ci fossero stati problemi sulla tempistica». La speranza, ha comunque detto il presidente di Farmindustria «è che nel giro di 2-3 mesi si arrivi a una soluzione, perché altrimenti la situazione diventerà insostenibile».

Un aiuto non indifferente potrebbe arrivare proprio dalla ricerca scientifica. Nel 2018, infatti, entrerà in vigore il nuovo Regolamento Ue 536/2014 sulle sperimentazioni cliniche: com’è stato sottolineato al convegno romano, l’analisi dei singoli trial sarà coordinata da un’unica autorità nazionale che farà da referente per le altre e fornirà una prima valutazione degli studi. «Si tratta di uno schema assimilabile a quello della procedura di mutuo riconoscimento» ha spiegato il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani «perché il coordinamento sfocerà in un protocollo di studio identico in tutti gli Stati coinvolti».

L’obiettivo del Regolamento è snellire le procedure, che saranno così integrate e coordinate a livello europeo, a vantaggio dei pazienti e di un più rapido accesso ai farmaci innovativi. E in questo scenario, l’aspirazione dell’Italia è quella di rafforzare ulteriormente la propria attrattività per diventare un vero e proprio “hub” europeo della ricerca scientifica. «Nel 2015» ha ricordato Pani «questo Paese ha partecipato alla valutazione di circa il 90% delle sperimentazioni in cui è stato coinvolto e ha ricoperto il ruolo di referente in 19 procedure». «Se l’Italia arrivasse ad attrarre il 25-30% degli investimenti in ricerca che arrivano in Europa» ha osservato Scaccabarozzi «richiameremmo innovazione e risorse economiche», che potrebbero anche alleviare la spesa pubblica. «Le potenzialità le abbiamo» ha continuato il leader degli industriali «dobbiamo mettere in piedi un sistema che ci consenta di essere tempestivi e migliori di altri Paesi».

Il nuovo Regolamento, ha confermato Mario Melazzini, presidente dell’Aifa, «è un’opportunità fondamentale per il sistema-paese, perché può consentire all’Italia di esercitare un ruolo di leadership in Europa anche in questo settore». «Si fa già tanto nei 49 Ircss di cui disponiamo» ha rammentato il ministro della Saleute, Beatrice Lorenzin «lavoriamo tutti insieme per far crescere ulteriormente la ricerca italiana». Al convegno ha preso parte, per Federfarma, la presidente nazionale, Annarosa Racca.

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