Leucemia Acuta Promielocitica, (LAP) una rara forma di leucemia che colpisce circa 150 persone all’anno in Italia. L’esordio della patologia è improvviso e in alcuni casi, può essere caratterizzato dalla comparsa di una grave sintomatologia emorragica dovuta alla presenza di un ridotto numero di piastrine e all’alterazione dei meccanismi della coagulazione. La progressione della patologia è molto rapida e si stima che circa il 10-20% dei pazienti vada incontro a emorragie maggiori fatali (per esempio cerebrali) ancora prima di poter ricevere la diagnosi e quindi essere sottoposti al trattamento. Per questo è fondamentale una diagnosi precoce che consenta un intervento rapido. “Teva Italia ha deciso di organizzare un media tutorial sulla Leucemia Acuta Promielocitica (LAP), ha spiegato Enrica Bucchioni, Direttore Medico di Teva Italia, “perché sentivamo l’esigenza di sensibilizzare i media, e dunque cittadini e medici, su questa patologia emato-oncologica rara. Se diagnosticata in modo corretto e tempestivo e gestita adeguatamente, è infatti possibile salvare vite umane.” All’evento, moderato da Annalisa Manduca, conduttrice della trasmissione radiofonica “Life” in onda ogni giorno alle ore 12.00 su Radio Rai 1 e organizzato al Centro Svizzero di Milano il 19 aprile alle ore 11.45, hanno partecipato il professor Francesco Lo Coco, ordinario di Ematologia del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università Tor Vergata di Roma, il professor Felicetto Ferrara, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli e il Professor Giuseppe Rossi, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia e Dipartimento di Oncologia Clinica dell’ASST Spedali Civili di Brescia. “La prima descrizione della Leucemia Acuta Promielocitica (LAP) risale alla fine degli anni ’50 a opera del medico norvegese Leif K. Hillstad, che la definì come “la forma più maligna di leucemia acuta”, ha spiegato Felicetto Ferrara. “Successivamente l’ematologo francese Jean Bernard, dell’Hòpital Saint Luis di Parigi, pubblicò una descrizione più dettagliata della patologia dopo aver documentato una serie di casi esottolineò il decorso iperacuto della malattia con frequenti episodi emorragici.” “Uno dei casi clinici più emblematici descritti da Bernard”, ha spiegato Francesco Lo Coco “è quello di un giovane ciclista apparentemente in ottimo stato di salute che, all’indomani di una gara agonistica, iniziò ad accusare un po’ di stanchezza. Il giorno successivo comparvero piccole macchie emorragiche cutanee, petecchie, dovute al calo del numero di piastrine nel sangue. Due giorni dopo si manifestò un’emorragia cerebrale massiva, alla quale purtroppo – dopo soli quattro giorni dalla gara – il giovane atleta non sopravvisse. Se la Leucemia Acuta Promielocitica (LAP) non viene identificata in tempi rapidi in centri di riferimento esperti e attrezzati per affrontarne la gestione, il rischio di mortalità precoce è molto elevato”. “Oggi la Leucemia Acuta Promielocitica (LAP) è una patologia che può essere curata” ha sostenuto il professor Giuseppe Rossi. “Il 90% dei pazienti a cui viene diagnosticata la patologia può guarire grazie alle recenti scoperte scientifiche per le quali è stato fondamentale il contributo della ricerca italiana e in particolare del Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto, GIMEMA, fondato dall’ematologo Franco Mandelli. L’armamentario terapeutico a nostra disposizione si basa su farmaci mirati, associati alla trasfusione di concentrati piastrinici ed altri emoderivati come il plasma fresco congelato”. “Secondo la rete Orphanet Italia nel nostro Paese sono due milioni le persone affette da malattie rare e negli ultimi anni la ricerca ha prodotto importanti risultati nel trattamento di malattie rare in diverse aree terapeutiche, anche se non ancora sufficienti a coprirle tutte”, ha concluso Roberta Bonardi, Senior Business Unit Innovative Director di Teva Italia. “Teva è orgogliosa di mettere a disposizione dei pazienti con malattie rare come la Leucemia Acuta Promielocitica (LAP) in campo ematologico e in altre aree terapeutiche come le malattie neurodegenerative, per esempio la Sclerosi Multipla, la sua innovazione attraverso risposte concrete alla richiesta dei bisogni dei pazienti e alle necessità degli specialisti anche in modo sostenibile. Il nostro vero obiettivo è affrontare e vincere proprio quelle sfide che sembrano essere impossibili.”]]>