Governance della spesa, le Regioni ufficializzano la loro proposta

0
612

L’attuale ripartizione dei tetti di spesa per la farmaceutica, distinti per canali distributivi, è ormai «concettualmente superata». E va rimpiazzata da un nuovo sistema binario di tetti dove la differenza è data dalle modalità di acquisto: da una parte l’assistenza farmaceutica convenzionata, che transita dalle farmacie e la cui spesa è determinata dai prezzi di rimborso, dall’altra l’assistenza farmaceutica “non convenzionata”, ossia ospedaliera e diretta/dpc, dove la spesa è governata dalle gare di acquisto centralizzate. E’ uno dei passaggi chiave della proposta che le Regioni intendono portare al Governo nell’ambito del tavolo sulla governance del farmaco: approvato ieri dalla Conferenza dei governatori (e anticipato in apertura di giornata da un articolo di Sanità24 firmato da Roberto Turno), il documento elenca in forma schematica gli interventi con cui le Regioni contano di rimettere le briglie alla spesa farmaceutica del Ssn. Sì perché dalla proposta emerge netto il messaggio che per i governi regionali la questione governance si riduca innanzitutto a una priorità: «riportare la spesa farmaceutica entro i limiti di compatibilità dell’attuale finanziamento del Fondo sanitario nazionale». Per riuscirci, vanno prima individuate le cause che determinano in anno in anno lo sfondamento della spesa (ospedaliera). E per le Regioni nell’elenco si possono citare gli «elevati prezzi dei farmaci soprattutto nell’aera oncologica, oncoematologica e delle malattie rare»; gli schemi terapeutici «che associano più farmaci ad alto costo, da cui il raddoppio della spesa (combo therapy)»; l’invecchiamento della popolazione; la cronicizzazione dei pazienti in trattamento; i fenomeni di inappropriatezza prescrittiva «generati dal pressante marketing dell’industria»; infine, la staticità dei prezzi dei farmaci «per l’insufficiente concorrenzialità nel mercato farmaceutico». Di qui gli interventi che compongono la proposta dei governatori: per prima cosa va introdotta una nuova procedura di negoziazione prezzo/volume (il prezzo cala all’aumentare dei pazienti trattati), che sterilizzerebbe fenomeni come la già citata combo therapy o la cronicizzazione di alcuni trattamenti di stabilizzazione. Va poi rivisto l’intero sistema dei Registri Aifa (nei quali Regioni e Asl devono essere coinvolti più a fondo) e riformulato il concetto di farmaco innovativo, da non lasciare «alla discrezionalità della Commissione tecnico-scientifica» dell’Agenzia. Per quanto concerne la concorrenza, invece, torna tra le proposte la richiesta di poter mettere a gara tra loro «farmaci con differenti principi attivi ma dalle medesime indicazioni terapeutiche», un vecchio pallino di alcuni tecnici regionali. «Oggi» scrivono le Regioni nella loro propsota «solo il 10-15 % della spesa per l’acquisto dei farmaci in ospedale avviene in regime di concorrenza, perché ogni farmaco ha un solo produttore». Invece, recita il documento, «la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa dovrebbe valutare tutte le classi terapeutiche rimborsate al quarto livello Atc, e per ogni classe certificare se esiste equivalenza terapeutica totale, parziale o assenza di equivalenza. Le Regioni, sulla base di tali tabelle, possono espletare gare in equivalenza terapeutica». Inoltre, «devono essere introdotti criteri di maggiore flessibilità che consentano all’Aifa la ricontrattazione del prezzo nel caso in cui nuovi schemi terapeutici (farmaci in associazione, sequenze terapeutiche, prolungamento del tempo di trattamenti ad alto costo) rendano non più sostenibili i costi dei trattamenti». E le farmacie? Nel documento delle Regioni si vedono poco. A parte la riforma dei tetti (sulla cui quantificazione non si dice nulla) gli unici due punti nei quali vengono chiamate in causa sono la riorganizzazione delle liste di trasparenza per gli equivalenti (la richiesta delle Regioni è di imporre un plafond alla differenza tra prezzo di vendita e quota di rimborso, in modo da evitare che gli assistiti spendano troppo per avere il branded) e il payback: sul quale il documento chiede una semplificazione della procedura, con meccanismi automatici per la quantificazione del ripiano che consentano alle Regioni di recuperare velocemente le somme dovute dalla filiera in caso di sfondamento. «Ci stiamo attrezzando per riprendere il confronto con il governo sulla farmaceutica» ha commentato Antonio Saitta, coordinatore degli assessori alla Salute, alla fine della Conferenza delle Regioni «vogliamo chiudere il confronto con il Governo per esaurire il contenzioso e puntare alla governance per il futuro». Peccato però che anche l’esecutivo abbia le sue proposte, e per ora sono molto distanti da quelle dei governatori. fonte: www.federfarma.it  ]]>

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here