Di Iorio (CREDIFARMA): «Bollette in FARMACIA? Polemiche da tempesta in un bicchiere d’acqua». Intervista in esclusiva a cura di FABIANA CRISCUOLO

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INTERVISTA DI MICHELE IORIO, PRESIDENTE CREDIFARMA.

Hanno fatto scalpore le parole del vicepresidente nazionale di Federmarma, Gioacchino Nicolosi, usate per descrivere la proposta avanzata nei giorni scorsi dal palco di PharmaEvolution, parlo ovviamente della “Farmacia 4.0” e la possibilità che questa include di utilizzare il servizio POS delle farmacie per pagare anche bollette e multe.
Federfarma tutta, si legge, sembra essere spaccata sulla fondatezza di questa proposta e sul fronte del “NO” categorico, qual è la posizione di Federfarma Napoli?

Una considerazione generale: è una tempesta in un bicchier d’acqua.
Innanzitutto non è una iniziativa di Federfarma ma di una società privata presente a PharmaEvolution.
In seconda istanza bisogna dire che nei paesi in cui questa eccezione si è fatta, è stata su richiesta dei Comuni, in quanto erano paesi sprovvisti di uffici postali.
Non dimentichiamo che il ruolo delle Farmacie resta quello di avvicinare il paziente al servizio sanitario, quindi in questo modo rendendo dei servizi fruibili a tutti.
Ma questa iniziativa non può diventare applicabile a tutte le città, la farmacia resta sempre e comunque un presidio sanitario non uno sportello postale e/o bancario.

“La farmacia dei servizi”, tanto acclamata, è stata oggetto anche della nota aggiuntiva del DEF di Ottobre, in vista di un’ottica che prevede l’apertura anche a servizi come il suddetto, extrasanitari in estrema sintesi, resterà mera astrazione o riusciremo a vederne l’attuazione?

Qualora decollasse questo servizio per tutte le farmacie servirebbe che tutte siano equiparabili a quelle grosse, già esistenti.
Attualmente bisogna ammettere che esistono anche farmacie piccole che riescono a fungere da sportello del farmaco. La sfida di Federfarma e, soprattutto, di Sunifar è quello di calibrare bene i servizi che si possono mettere a disposizione.
Ovviamente serve un confronto con le Regioni, resta comunque il fatto che quelli della farmacia dei servizi attualmente non possono essere gratuiti, le risorse regionali non ce lo permettono.

Software house: dopo la mancata approvazione del progetto lanciato da Federfarma in sede di assemblea, la risposta dei grossisti non si è fatta attendere con la progettazione e il lancio, in occasione del Convention Infarma, del software Sophia, apripista di una era di software in cui la bidirezionalità tra grossista e farmacista fa da padrone.
Sono proprio i grossisti a non farsi trovare impreparati, con largo anticipo, all’ingresso del capitale in farmacia?

Quanto i grossisti quanto le farmacie sono già pronti per questa eventualità.
Quello che lei ha chiamato “mancata approvazione” non deve essere considerato come un fallimento ma solo come una apertura di un tavolo di lavoro.
Fatto sta, che quando ciò avverrà, se serviranno strumentazioni più adeguate, più digitalizzate, si farà.

Restando in tema DEF e capitale in farmacia, questo tema è stato trattato anche nel capitolo dedicato alla legge sulla concorrenza, il DDL attualmente all’esame del Senato, che sarà approvato entro la fine dell’anno.
Cosa ne pensa Federfarma Napoli e quali sono i punti che meno la convincono?

Io aspetto che il Parlamento la approvi prima di parlare.
Sembra sempre che si stia per approvare, e viene manipolata, cambiata e rimessa in discussione.
E’ prevista la sua approvazione entro la fine dell’anno? Bene, quando ciò avverrà leggerò il resoconto, mi confronterò con i colleghi e si deciderà il da farsi.

In conclusione, tirando le somme del suo primo anno di presidenza di Credifarma, qual è il suo bilancio personale circa questa esperienza?

Per quanto riguarda un profilo personale, è stata una esperienza di arricchimento, mi sono dovuto aprire a nuove conoscenze, ed è stato entusiasmante.
Riguardo ad un bilancio oggettivo, questo mio entusiasmo si è ripercosso anche sui profitti: la semestrale del 2016 si è chiusa in attivo e si prospetta altrettanto anche per il secondo semestre.
Certo, il margine non è alto, ma almeno vi è stata una inversione di tendenza rispetto agli ultimi 4 anni di chiusura in passivo.
Tutto questo servirà per lasciare acque migliori ai colleghi in vista dell’approvazione del DDL concorrenza e della sua attuazione.

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