A cura del dottor Rosario Porzio
Si e’ parlato di ‘Farmacia ItalAina’ in genere e di GDO con il presidente di Federfarma Emilia Romagna Domenico Dal Re “Il rischio con la GDO è consegnare la dispensazione del farmaco a soggetti economici che sottometterebbero un diritto costituzionale come la salute al loro profitto, col rischio, non tanto ipotetico, di entrare in sanità tramite la farmacia per poi attraversarla tutta, cancellando quella sanità universalistica che abbiamo conquistato e che tanti paese più evoluti ci invidiano. Sul tema della distribuzione diretta, invece, non si capisce perché lo Stato anziché sfruttare il sistema costituito dalla rete delle proprie farmacie, ne stia creando un altro con la dispensazione diretta del farmaco in ospedale e con evidente aggravio dei costi”.
Si e’ pero’ parlato della delicata situazione in Emilia Romagna relativa alla distribuzione Diretta e a quella per Conto e del rischio possibile di una serrata delle farmacie.
Riguardo alla distribuzione diretta e a quella per per conto, nel 2014 l’Emilia Romagna ha contrattualizzato con le farmacie pubbliche e private un accordo ‘a costo zero’ per il Servizio Sanitario e con nessun costo aggiuntivo per la Regione -Quindi un ‘contratto stabile e sicuro’.
L’obiettivo : ottenere che le ASL comprino e le farmacie si occupino della distribuzione e realmente dove la distribuzione Diretta è stata convertita in distribuzione per Conto,tutto ha funzionato in quanto a risparmi e qualita’ globali.
Evidenti i casi di Ravenna dove la spesa farmaceutica e’ sotto controllo grazie alla distribuzione per Conto,rispetto a per esempio a Ferrara dove la spesa farmaceutica e’ piu’ alta perché c’e’ la maggiore distribuzione Diretta.
Dal Re sottolinea:“Non si comprende perché non si riesca a far applicare questo accordo e si mantenga in essere la Distribuzione Diretta quando è certificato che, lungi dal far risparmiare, la Distribuzione Diretta fa aumentare i costi per le ASL e per i cittadini. A chi conviene mantenere la distribuzione Diretta”?
“Desideriamo che si guardi al mondo della farmacia come un bene pubblico, non più solo come una voce di costo da comprimere, ma come uno strumento di salute e di risparmio su cui investire. Per costruire una sanità nuova, adeguata a un Paese che sta crescendo e che vuole guardare al futuro puntando sull’innovazione, sulla prevenzione, sulla professionalità degli operatori”.