Cosa si nasconde dietro il business dei farmaci all’interno della Comunità europea? Report, la trasmissione condotta dalla giornalista Milena Gabanelli, nella puntata del 14 novembre scorso ha scoperchiato alcune delle pentole più torbide della filiera.
Basti pensare che, durante il servizio di Luca Chianca, in un passaggio brevissimo parla Luca Pani, ex direttore dell’Agenzia italiana del farmaco: «Un chilo di oro arriva a costare 40mila dollari. Un chilo di principio attivo per un solo farmaco antitumorale raggiunge i duecento milioni. Cosa conviene rubare?».
Proprio da qui bisogna partire: dai furti di medicinali.
Razzie che in Italia sono quasi all’ordine del giorno, in particolare negli ospedali. Strutture sanitarie che si occupano, per la maggior parte, di trattare malati oncologici.
Nel servizio viene fuori una rete fittissima di intermediari, portaborse e professionisti del crimine che parte dal meridione italiano per arrivare fino in Germania.
La nazione teutonica arriva a commercializzare il cinque per cento del totale dei farmaci annui presenti sui banchi delle farmacie grazie al riciclo dei “rubati” provenienti dall’Italia.
Punto cardine della partenza del traffico è Napoli e il suo hinterland, come si vede dal servizio. Ci sono soggetti che appieno hanno potuto usurpare il fiore all’occhiello italiano nel mondo. Una filiera che ha controlli tanto capillari da riuscire ad individuare subito un illecito. Stessa filiera, però, che distribuisce autorizzazioni per il commercio all’ingrosso dei farmaci a destra e a manca.
Naturalmente, in questo caso, non sta a chi scrive giudicare sull’operato degli organi preposti alla gestione della filiera. Che, ripetiamo, è ricca di controlli ma che ogni tanto, per strada, perde i pezzi.
Come arrivano i farmaci rubati in Italia in altri stati della C.E.? Il confine, lo snodo è Trieste. E’ proprio sul confine che i “pacchi” ricevono un documento di trasporto sloveno: il gioco è fatto. Tutto torna ad essere regolare, alla luce del sole.
Società create ad hoc, decine milioni di euro che ruotano non soltanto attorno alla filiera del farmaco ma attorno all’indotto: consulenze, affitti di capannoni industriali, logistica da capogiro.
Poi succede anche che alcuni soggetti interessati si facciano, per così dire, prendere la mano. E allora dal furto si passa a qualcosa d’altro.
I farmaci oltre ad essere rubati vengono anche contraffatti. In alcune fiale per antitumorali viene ritrovata acqua sporca. In Germania i controlli vengono effettuati e anche lì non c’è colpevole. Non si paventano ipotesi di reato.
Insomma, è la filiera che non funziona o c’è vacatio legis attorno al sistema?
Un sistema che genera miliardi di euro e che, per un solo chilo grammo vale cinquemila volte più dell’oro. Eldorado macchiato di acqua sporca.
Ralph Coluccino