Ruggiero (LPI) si gioca il futuro delle parafarmacie tra Montecitorio e Codacons: «Insieme possiamo fare grandi cose»

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Codacons, liberalizzazioni, delisting, incontri a Montecitorio: si fa sempre più ricca di impegni l’agenda di Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente di Libere parafarmacie italiane.

Ieri avevamo annunciato la sua visita al Codacons e prima ancora dall’onorevole Adriana Galgano di Civici e innovatori per parlare del destino delle parafarmacie.

Ecco che oggi arrivano i resoconti.

Ed è lo stesso Ruggiero a parlarne: «Una grande soddisfazione, dopo lo stralcio dal DDL Lorenzin degli emendamenti “ammazza-parafarmacie”, la conferma dell’apertura a liberalizzazioni e delisting. Il lavoro che stiamo facendo va in questa direzione: non escludo che ci siano proposte nella discussione della legge di stabilità proprio per le parafarmacie».

E ancora: «Incassiamo il sostegno del Codacons. Sia il Delisting che la fuoriuscita dei farmaci di fascia c, come anche la Farmacia non convenzionata, porterebbero ai cittadini risparmi considerevoli».

Nello specifico li elenca:

  • Le liberalizzazioni dei farmaci di Fascia C, genererebbero un risparmio che va dai 450 milioni ai 900 milioni di euro annui;
  • Il Delisting avrebbe un duplice effetto, da una parte genererebbe risparmio dalla spesa pubblica di circa 774 milioni di euro annui e da una parte attraverso un’azione di miglioramento della cultura dell’automedicazione, genererebbe risparmio sulle visite presso gli ambulatori medici di circa 985 milioni di euro (dati ICOM anno 2017).

Poi c’è il discorso “Parafarmacia dei servizi”, cioè portare nelle Parafarmacie la possibilità di poter prenotare visite specialistiche “Cup” con pagamenti di eventuale Ticket. Oppure effettuare prestazioni analitiche  di Prima e seconda istanza, come :

Prima Istanza

  • test per glicemia, colesterolo e trigliceridi;
  • test per misurazione in tempo reale di emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito;
  • test per la misurazione di componenti delle urine quali acido ascorbico, chetoni, urobilinogeno e bilirubina, leucociti, nitriti, ph, sangue, proteine ed esterasi leucocitaria;
  • test ovulazione, test gravidanza, e test menopausa per la misura dei livelli dell’ormone FSA nelle urine;
  • test colon-retto per la rilevazione di sangue occulto nelle feci.

Seconda Istanza con dispositivi strumentali

  • dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della pressione arteriosa;
  • dispositivi per la misurazione della capacità polmonare tramite auto – spirometria;
  • dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della saturazione percentuale dell’ossigeno;
  • dispositivi per il monitoraggio con modalità non invasive della pressione arteriosa e dell’attività cardiaca in collegamento funzionale con i centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali;
  • dispositivi per consentire l’effettuazione di elettrocardiogrammi con modalità di tele cardiologia da effettuarsi in collegamento con centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali.

E ancora: «E’ vero che la Corte Costituzionale ha bocciato una legge regionale, precisamente quella del Piemonte ma nulla vieta che potremmo ripresentare emendamenti e proposte di legge in tal senso. Inoltre sul territorio Nazionale abbiamo ancora numerose delibere regionali e le Parafarmacie stanno lavorando in tal senso. Anche L’Antitrust ha espresso numerosi pareri favorevoli sui servizi in Parafarmacia, anzi limitarli significherebbe discriminarci e porre atti di lesiva concorrenza. Se possono essere portati nelle edicole, come abbiamo visto attraverso un articolo, non vedo quali siano i motivi ostativi a portarli nelle parafarmacie dove vige la figura del farmacista, garante della salute pubblica del cittadino».

Spiega poi: «L’Italia spende in servizi di Cup in sanità pubblica (esclusi ospedali e altre strutture private), circa 750 milioni di euro annui. Circa il 50% di questa cifra viene speso in servizi di call-center, affidati di norma a outsourcer privati. Trasformare secondo stime dell’osservatorio netics, gradualmente (nell’arco di 1-2 anni) i Cup in strutture capaci di gestire l’insieme delle relazioni col cittadino/assistito/paziente, utilizzando strumenti di PRM (Patient Relationship Management), porterebbe a vantaggi considerevoli. La reingegnerizzazione dei processi di prenotazione delle prestazioni, riducendo i costi di gestione dei Cup, ampliando ad altri soggetti come le Parafarmacie, la gestione del Cup, porterebbe a un risparmio dei costi di circa 150 milioni anno».

Chiude: «Il ministro dirà che non possono fare le cose per sola convenienza economica, rispondiamo che la nostra è una lotta che si basa su principi di etica professionale, inoltre far risparmiare i Cittadini e lo Stato dovrebbe essere il primo compito di un Governo attento.

Le Parafarmacie sono il “volano” dell’economia del Nostro Paese e sono la speranza per i Cittadini di risparmiare sulle spese sanitarie pubbliche e private. Una nuova Governance del sistema farmaceutico non può ignorare le Parafarmacie, sarebbe da folli, non ci stancheremo mai di dirlo».

 

 

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